La sexy-evoluzione delle serie TV
Avrete sicuramente notato la deriva pornosoft progressiva delle produzioni Netflix degli ultimi due anni.
Non una grossa novità, in fin dei conti: i film erotici esistono da sempre e sono stati la fortuna di molti nomi dello spettacolo del passato come Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Pippo Franco e Lino Banfi.
Le trame di quei film, sempre uguali e abbastanza scontate se paragonate alle sceneggiature odierne, raccontavano di un protagonista imbranato e alle prime armi in fatto di sesso (lo studente, il militare, il giovane garzone di turno) che incontrava una affascinante e disinibita donna dal corpo sinuoso e il sorriso magnetico.
Negli anni della commedia sexy all’italiana (ebbene si, abbiamo anche dato il nome ad un genere di filmografia) si gridava allo scandalo a causa delle inquadrature pruriginose di parti intime di donne, spiate mentre si facevano la doccia o si cambiavano gli abiti succinti, tramite il buco della serratura o una porta “casualmente” lasciata semi-aperta.
Dal sensuale al sessuale
I film all’epoca – siamo negli anni ’70-’80 – uscivano in prima visione nei cinema e, successivamente, erano registrati su cassetta. Le pellicole venivano di solito consumate a forza di essere riviste e non si sentiva il bisogno di una novità a settimana.
Era una società diversa rispetto a quella attuale dell’era della sovrabbondanza, ma i bisogni non sono cambiati più di tanto, semmai si sono evoluti. In meglio o in peggio? Ai posteri l’ardua sentenza.
Quello che è certo è che anche i servizi di streaming, come tutta la società, sono fautori e partecipi del fenomeno della sessualizzazione.
Instagram e TikTok si trovano in prima linea in questa trasformazione, YouPorn e Pornhub sono i servizi con cui si concretizza maggiormente, attraverso un catalogo di video porno – amatoriali e non – disponibili ovunque e a chiunque.
Film e serie controverse su Netflix
Per questo, perché scandalizzarci davanti ad un film come 365 Giorni che parla di segregazione e sesso violento (in modo, per altro, parecchio trash)?
Perché rimanere basiti davanti alle vicende raccontate in Baby che, sebbene romanzato, si ispira alla realtà dei fatti accaduti a Roma e, ancor più di recente, a Bologna?
Perché giudichiamo negativamente film come Milf quando, poi, siamo sintonizzati sul “trono” di Uomini e Donne Over?
L’erotizzazione delle serie TV
Semplice. Non lo facciamo. Non distogliamo lo sguardo da tutto questo, anzi, ne cerchiamo sempre di più. Per questo il catalogo di Netflix e i titoli più visti sono pieni di adolescenti che fanno sesso in ogni angolo delle loro scuole (Elite) o che vendono i loro corpi per droga e abiti firmati (Baby).
Il documentario sulle persone che sognano di diventare pornostar (Siffredi late night hard academy) può essere anche interessante, in un certo senso, ma qualcuno dovrebbe spiegare a Netflix che non c’è bisogno di mettere il sesso in ogni cosa per farla apprezzare al pubblico.
Prendete Riverdale, ad esempio. Il fumetto con le avventure di Archie è tutta un’altra cosa rispetto alla serie tv, piena zeppa di sospiri ed inquietudini adolescenziali. Che dire, invece, della storia raccontata in Oscuro Desiderio? Una serie incentrata sul godimento e l’orgasmo, tolti i quali la trama è inesistente.
Ovviamente non si può non citare Too Hot To Handle, fratello maggiore della nuovissima serie in onda sui canali on demand di Discovery (Dplay, per capirci) e Naked Attraction, un “Jersey Shore” rivisto e riadattato che ha fatto la fortuna mediatica della nostrana Elettra Lamborghini.
Essere o apparire?
Ecco spiegato perché alla Biennale di Venezia 77 si è parlato quasi ed esclusivamente di Red Carpet. Alzi la mano chi ha sentito i titoli dei film in concorso. Pochi.
Adesso alzi la mano chi è a conoscenza del bacio saffico tra Mila Suarez e Elisa De Panicis (totali sconosciute al grande schermo, ma sexy reginette dei social) o della parata di star del web come la prezzemolina Giulia De Lellis e la discussa Beatrice Valli.
Tutto questo per alimentare l’eterna polemica tra chi detiene lo scettro della cultura cinematografica e chi, questa cultura, non sarebbe in grado di capirla.
Tutto fa spettacolo, ma forse qualcosa sta cambiando.
Di sicuro non sulla piattaforma Netflix.
Il caso “Cuties”
I nostri paladini distributori di film in streaming sono stati, infatti, in grado di prendere un film francese (Mignonnes) e sessualizzarlo con una locandina molto discutibile (rinominandolo in Cuties).
Il risultato? Polemiche, discussioni, commenti sui social (è stato creato un hashtag apposito #cancelnetflix) oltre ad un hype a mille per questo film che, tutto sommato, parla di una generazione affascinata dall’anticonformismo e che si ribella alle tradizioni familiari.
Flash Dance vi dice niente?
Se dobbiamo essere soggetti a tutta questa erotizzazione mediatica, ben vengano invece serie tv del calibro di Sex Education (di cui abbiamo parlato in questo articolo), in cui si sorride cercando di intavolare un discorso intergenerazionale sul sesso.
Tranquilli, nonostante i nostri giovani abbiano a disposizione film così evoluti sul sesso in tutte le sue forme, saranno sicuramente molto attenti durante le ore di educazione sessuale a scuola.
Insomma, abbasso i falsi moralismi e ben vengano le produzioni che parlano (anche) di sesso, purchè abbiano, effettivamente, qualcosa da raccontare.