La FESTA “digitale” del cortometraggio d’Irlanda
Tre giorni di grande cinema quelli appena trascorsi nella prima edizione digitale di IRISHFILMFESTA, rassegna cinematografica che presenta e promuove il cinema dell’isola d’Irlanda (Eire ed Irlanda del Nord insieme, “senza confini”) al pubblico italiano per il tredicesimo anno consecutivo.
Diciotto pellicole – più una diciannovesima fuori concorso – provenienti dai due paesi e presentate anche in importanti eventi e festival nazionali – come il prestigioso Galway Film Fleadh – ed internazionali, si sono contese i titoli di Miglior Cortometraggio Live Action e Miglior Corto d’Animazione.
In aggiunta, è stato assegnato un terzo premio istituito quest’anno per la prima volta in cui il pubblico ha potuto dare il proprio giudizio e partecipare attivamente alla competizione.
Il riscontro della giuria e del pubblico ha attribuito ben due riconoscimenti al cortometraggio in lingua gaelica Ciúnas /Silence di Tristan Heanue – Miglior cortometraggio Live Action e “Premio del Pubblico”, quest’ultimo a pari merito con il corto drammatico Cynthia di Jack Hickey – e il premio di miglior cortometraggio d’animazione a The Wiremen, cortometraggio diretto da Jessica Patterson con la voce di Barry Ward (i tre corti vincitori sono tutttora visibili sul sito della manifestazione).
La nostra partecipazione ad IRISHFILMFESTA ci ha lasciato tanti ricordi positivi grazie a pellicole di grande livello che ci hanno coinvolto, emozionato, divertito (moltissimo) e – perché no – anche commosso: è stata infatti una rassegna che abbiamo seguito con grande passione con il nostro magazine, con la partecipazione degli ugualmente appassionati colleghi di Policlic.it con i quali abbiamo seguito e commentato insieme i cortometraggi.
Sono veramente pochi i lavori che non hanno trovato il nostro gradimento, nell’elenco di pellicole in concorso, mentre non abbiamo avuto dubbi nell’esprimere un giudizio molto netto sull’opera fuori concorso, concettualmente molto distante dall’insieme delle opere di quest’anno.
Così tra drammi, satira pungente ed esilarante, documentari su tematiche interessanti e attuali, commedia, animazioni innovative o dal sapore nostalgico, pellicole semplicemente “da morire dal ridere”, abbiamo voluto tirare le somme di questo evento, e stilare un nostro personale podio dei corti, divisi nelle due categorie in concorso, e attribuendo un nostro particolarissimo “premio”, intitolato alla mascotte di Film e Dintorni, per i lavori che abbiamo apprezzato di più in questa edizione di IRISHFILMFESTA.
Il podio di Film e Dintorni dell’IRISHFILMFESTA in short
Categoria LIVE ACTION
3° POSTO: HALO
Sedici minuti, un unico piano sequenza, un taxi adibito a set e la storia di una serata di lavoro ricca di avvenimenti. Il cortometraggio del regista Michael-David McKernan – che ne è anche il protagonista – ci ha colpito per la sua storia, per il tentativo disperato del tassista Dara (McKernan) di “salvare” Sarah (Toni O’Rourke) dal dispiacere di un “triangolo amoroso” in corso con il suo “ragazzo” Josh (Patrick Flannery).
Abbiamo apprezzato il corto sia da un punto di vista tecnico che nella sua sceneggiatura e nel suo impatto emotivo (l’elemento romantico è sempre gradito, così come la nota speranzosa del finale).
2° POSTO: CIÚNAS /SILENCE
Medaglia d’argento per il cortometraggio che ha trionfato in questo IRISHFILMFESTA in short, diretto dal regista e attore irlandese Tristan Heanue.
Il giudizio è estremamente positivo per questo corto recitato in lingua gaelica, che in dodici minuti propone una toccante vicenda familiare, coinvolgendo lo spettatore fin quasi alle lacrime.
Una storia “rurale” ambientata nel Connemara, che ci racconta del viaggio di una coppia in crisi coniugale – Gary Lyndon e Ally Ni Chiarain – per riprendere la figlia Rebecca (Hazel Doupe) da un ospedale locale.
Il legame teso tra i due personaggi si nota già dalle prime scene e soltanto il successivo intervento della figlia “sembra” portare sollievo nella famiglia riunita.
Un cortometraggio che gioca sull’uso parsimonioso ed equilibrato allo stesso tempo dei dialoghi e dei silenzi narrativi, cui fa da coronamento l’ottima interpretazione dei tre attori protagonisti.
L’unico rammarico, per noi che lo abbiamo visto, è dato dal finale improvviso del corto: “forse” poteva essere dedicato più spazio (e tempo) ad alcuni elementi della storia.
1° POSTO e “PREMIO STEVE POPCORN”: FATHER FATHER
Un giudizio unanime ha accolto il cortometraggio del regista Michael McDowell dopo la sua prima visione (a cui hanno fatto seguito un bis…e anche un tris!)
Brillante il lavoro del regista nordirlandese che in poco meno di diciannove minuti ha presentato una commedia ricca di una satira molto pungente ed esilarante con il determinante contributo del suo cast, nel quale emergono i due attori nordirlandesi Martin McCann e Ian McElhinney – conosciuto ai più per il ruolo di Sir Barristan Selmy in Game of Thrones – portandoci indietro nel tempo nella Belfast degli anni Settanta.
La prima scena è da descrivere, in forma molto breve: il risveglio del protagonista accanto ad una giovane donna (Dervia, interpretata da Diona Hegarty).
Una scena apparentemente normale, forse banale addirittura, se non fosse che il protagonista, “Padre” James (Michael McCann) sta per essere ordinato prete di una parrocchia della diocesi guidata da un gioviale – MOLTO gioviale – Monsignore (Ian McElhinney)!
Un dettaglio che “esplode” nel racconto del cortometraggio durante la celebrazione di un matrimonio da parte di Padre James, con una sequenza esilarante di flashback che riportano lo spettatore alla “notte di fuoco” tra l’allora seminarista James e la bella Dervia.
Il “colpo di genio” che conclude la pellicola (niente spoiler, vi consigliamo caldamente di vederlo) ha fatto morire dal ridere tutta la redazione.
Categoria ANIMAZIONE
3° POSTO: ABE’S STORY
Il gradino più basso del nostro podio viene assegnato alla creativa trasposizione animata delle origini del romanzo Dracula, capolavoro pionieristico del genere horror di Abraham “Bram” Stoker (ecco spiegato il titolo, volutamente non chiaro nei primi minuti del cortometraggio).
Il racconto del digital artist Adam H.Stewart – il suo talento è dietro a serie come Penny Dreadful e a lavori hollywoodiani quali Wonder Woman – ha il giusto connotato dark e viene narrato attraverso l’utilizzo – molto ben congegnato – di varie tecniche d’animazione grafica, che riportano con cura le atmosfere cupe e tenebrose (tipicamente gotiche, insomma!) del romanzo qui celebrato.
2° POSTO: STREETS OF FURY
Il tributo alla cultura e all’estetica pixellata dei videogiochi cabinati degli anni Ottanta riceve un – per noi – meritatissimo secondo posto: Streets of Fury, diretto dal dublinese Aidan McAteer, ci porta in quasi cinque minuti nel mondo videoludico di Max Punchface, un nomen omen a tutti gli effetti che il personaggio “rispetta degnamente”, visto che trascorre il proprio tempo prendendo a calci e pugni i suoi nemici (ma, più in generale, qualsiasi cosa) allo scopo di sconfiggere l’antagonista del suo videogioco.
Ma un evento inaspettato – l’improvvisa apertura di un portale verso un’altra dimensione ludica – catapulta il protagonista a “Sheepland”, un videogioco dal design decisamente più semplice e molto colorato (il regista ha dichiarato di essersi ispirato in questo ad Animal Crossing).
Gli abitanti di Sheepland – manco a dirlo! – sono delle pecore. Ritrovatosi bloccato a Sheepland, Punchface trova un “amico” in una delle pecore (“casualità” vuole che questa pecora sia nera), la quale comincia ad allenarsi prendendo a pugni gli alberi come ha visto fare al picchiatore.
Tra i due personaggi nasce un legame, interrotto “drammaticamente” dal boss del videogioco di Punchface e che porta ad un finale ricco di sorprese (e risate).
Avremmo decretato Streets of Fury – che, comunque, ha trionfato come Miglior Corto d’Animazione al Galway Film Fleadh del 2019 – come vincitore di questa nostra personale classifica, se non fosse stato per una – piccolissima – perla di animazione, a cura di una regista esordiente.
1° POSTO E “PREMIO STEVE POPCORN”: ARCHIE’S BAT
…Ma il “Premio Steve Popcorn” non ha visto avversari o discussioni: il cortometraggio più corto di questo IRISHFILMFESTA – con i suoi 2’25” – è per noi il numero uno della categoria!
Motivo di risate a crepapelle nel nostro fine settimana, con dei protagonisti che verrebbero sicuramente tramutati in meme, se solo l’opera evesse una maggiore diffusione.
Un cortometraggio unico nella semplicità: “Archie’s Bat” – della regista Shannon Egan – è tutto questo, e non è per niente male, considerando che il corto è stato il suo lavoro di diploma per la Limerick School of Art and Design.
La storia è presto detta: il corto è incentrato sull’insolita amicizia tra un bambino solitario ed un pipistrello ferito a causa dell’impatto con la finestra della sua abitazione.
Ma dietro a questa semplicità ci sono tutti gli ingredienti per un prodotto di qualità: musiche usate e “interrotte” alla perfezione, situazioni divertenti, personaggi teneri ed esilaranti.
Divertentissima la parte del corto in cui il bambino crede, dopo aver curato il pipistrello dalle sue ferite, di aver trovato in lui un piccolo “animale domestico”, con il quale giocare come se fosse un cane o un gatto: l’animaletto, infatti, non sembra proprio convinto della bontà del suo compagno umano quando viene buttato giù da uno scivolo o quando “gioca” insieme a lui sul dondolo.
In effetti anche lo spettatore potrebbe non nutrire buoni sentimenti nei suoi confronti, ma la storia raggiunge un happy ending, con il quale il piccolo Archie può considerarsi “perdonato”.
Inoltre, proprio guardando il suo amico alato, decide anche lui di “ricongiungersi” con i suoi “simili” (gli altri bambini del vicinato).
Se non fosse per gli altri pipistrelli…
Quelle che avete appena letto erano le nostre considerazioni in merito a questa virtuale edizione di IRISHFILMFESTA.
Per un racconto più approfondito del Festival vi rimandiamo al periodico di approfondimento Policlic.