Nel 1897 nasceva su carta Cyrano de Bergerac, testo teatrale di Edmond Rostand, illustre prodotto della Comédie Française destinato ad entrare nella storia come uno dei personaggi – e dei triangoli amorosi – più celebri di tutti i tempi.
Cyrano durante la sua “carriera” sulle scene, ha calcato innumerevoli palchi, non solo quelli di teatro originariamente pensati per lui.
Basta considerare la bellissima canzone omonima di Guccini, con cui ha sconfinato nel mondo della musica, oppure quella di Vecchioni, intitolata Rossana Rossana.
Nel presente articolo analizzeremo questa emblematica figura per quelli che sono gli ambiti da noi trattati.
Ma partiamo dall’inizio: chi è Cyrano De Bergerac?
La trama dell’opera
Nella Francia del 1640 il corpo cadetti della Guascogna vanta tra le proprie file un ottimo spadaccino, tanto abile con la spada quanto con la dialettica, che spesso utilizza per prendere in giro i propri avversari.
Il suo nome: Cyrano.
Il suo punto debole: Rossana, sua amica d’infanzia, per cui ha segretamente un amore sproporzionato…almeno quanto il suo naso!
Tra le sue caratteristiche, infatti, c’è un naso deforme ed enorme, che lo frena dal rivelare i suoi sentimenti alla bella Rossana, la quale, al contrario, un giorno gli confida di essere innamorata, sì…ma di Cristiano, un altro guascone del suo regimento.
Quest’ultimo sembra essere tutto il contrario di Cyrano: molto avvenente fisicamente, ma impacciato e buzzurro nel parlare e nel rapportarsi al gentil sesso.
Quando Rossana chiede all’amico di intercedere per lei e lo stesso fa Cristiano, pregando il mentore di aiutarlo a conquistare la ragazza, Cyrano metterà da parte l’orgoglio e l’amore che prova per concedere la propria voce e la propria poesia al giovane, sostituendolo spesso nell’interagire, in gran segreto, con la fanciulla.
Con queste premesse parte la celebre commedia che diventa, poi, tragedia nel finale.
Cyrano a teatro
Anche in Italia, il Cyrano ha avuto un grande successo di pubblico e innumerevoli sono state le versioni portate sui palchi del bel paese e interpretate anche da volti noti del cinema o della fiction.
Si prenda, ad esempio, il tour di Alessandro Preziosi, che si è cimentato in prima persona nell’interpretare il moschettiere dal lungo naso.
In scena, l’attore napoletano, i cui lineamenti, per altro, sono assai piacevoli, non portava alcuna protesi e questa è stata una scelta ragionata.
Il suo Cyrano ha un naso normale, solo percepito come fonte di disagio interno e non palesato.
D’altronde, se l’opera di Edmond Rostand ha conosciuto una così larga diffusione e un così ampio successo, che continua a mantenere, a distanza di 124 anni dal suo debutto nel teatro francese di Porte San-Martin, non è certo un caso.
Merito ovviamente dei temi universali affrontati – complessi fisici e dismorfia, amicizia, amore, morte – e della brillante penna di suo “padre” Edmond, ma anche di tutti quelli che, nel corso degli anni, nei panni di Cyrano si sono calati e hanno dato la loro versione del guascone abile nella spada e nella dialettica; non ultimo un grande protagonista del teatro, ma anche del cinema italiano: Gigi Proietti.
Il Cyrano di Gigi
Che il mattatore romano sia famoso e ricordato principalmente dal grande pubblico per le sue barzellette e i suoi one-man show comici è decisamente un peccato. Soprattutto se lo si vede recitare in contesti come quelli di teatro, dove tutta la sua mimica facciale e le sue movenze attoriali emergono e danno lustro ad una performance da 10 e lode.
Esempio emblematico di ciò lo troviamo proprio nel suo Cyrano De Bergerac, “uscito” sui palcoscenici italiani nel 1985, di cui, per altro, ha curato lui stesso la regia, coadiuvato da Ennio Coltorti.
Non scopriamo certo in questo articolo le doti recitative del superbo Gigi Proietti, ma ci teniamo comunque a sottolinearle in relazione alla prestazione data in questo spettacolo.
È questo, infatti, un personaggio che gli permette di spaziare attraverso diversi stati d’animo ed emozioni date dalla moltitudine di situazioni in cui il guascone si ritrova, che fanno gioco alla sua mimica eccellente.
L’espressione di scherno nei confronti di Montfleury a teatro, lo struggersi per l’amore creduto e perduto con Rossana o la drammaticità dei suoi occhi nel momento in cui – perdonateci, ma dopo 124 anni non è più considerato spoiler – Cyrano si avvia incontro alla morte, seduto accanto alla sua bella, sono altrettante occasioni in cui risalta il suo talento.
Il tutto coronato da costumi e scenografie che ben ricostruiscono l’epoca in cui è ambientato, la Francia del 1640/1655.
Molte delle scene dello spettacolo si possono trovare su YouTube, mentre il dvd con l’opera completa è acquistabile su Amazon oppure su ebay.
Cyrano al cinema
Spostandoci, però, al cinema, che è il nostro campo d’interesse principale, è bene citare le più famose apparizioni del nostro eroe.
Una dele più note è certamente quella del 1990 nel film Cyrano de Bergerac con Gérard Depardieu, di cui vediamo diverse fotografie in questo articolo.
Il film, oltre ad essere ricordato come una delle migliori interpretazioni di Depardieu, valse alla nostrana Franca Squarciapino un Premio Oscar per i costumi.
Tre anni prima, nel 1987, c’era stata anche la commedia hollywoodiana Roxanne, per la regia di Fred Schepisi, del quale abbiamo recensito il più recente Words and Pictures, con un moderno – e decisamente comico – Cyrano interpretato da Steve Martin.
Rimanendo in ambito di commedia, se nel film Chiedimi se sono felice, uscito nel 2000, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, la messa in scena dell’opera rappresenta solo il pretesto di trama per sviluppare le personali storie dei tre comici siciliani, è in Cyrano Mon Amour che c’è la vera consacrazione del personaggio.
Uscita nel 2018 e attualmente disponibile su Amazon Prime Video, la pellicola racconta la nascita dell’eroe attraverso il processo creativo che ha portato Rostand a riversare le sue idee su carta, dando vita al celebre spadaccino.
Un film in costume che svela quelli che sono i retroscena dell’opera nella forma partecipativa della commedia e non del documentario, romanzando lo stretto necessario per rimanere quanto più fedele possibile alla realtà di quegli anni e di quei fatti.
Si vedrà un Rostand in crisi creativa, che propone un testo teatrale ancora da scrivere, punzecchiato dalla fretta che finisce per minare anche la quiete della sua famiglia ed il rapporto con gli esuberanti ed egocentrici attori.
Ciò che porta al capolavoro è una strada fatta di passi incerti.
Il tutto scandito da un ritmo incalzante e giocoso da vivace commedia francese, che tiene sempre viva l’attenzione di chi guarda.
L’ultimo Cyrano
L’ultimo Cyrano – ultimo esclusivamente in ordine cronologico – è stato presentato durante la Festa Del Cinema di Roma ed uscirà nelle sale italiane all’inizio del prossimo anno.
Le garanzie che questo film ci dà iniziano dal suo regista Joe Wright, che ha già proposto sul grande schermo Orgoglio e Pregiudizio (2005), Anna Karenina (2012) e Pan-Viaggio all’isola che non c’è (2015).
Ma ciò che intriga di più è che si tratti di un musical, ambito che si va ad aggiungere al “palmares” di generi toccati dalla figura del moschettiere.
Il primo film musicale di Cyrano.
Il protagonista è Peter Dinklage, già Tyrion Lannister ne Il Trono di Spade, che sposterà la criticità del naso sproporzionato su un’altra caratteristica causa di disagio: il suo nanismo.
Apprezzabile l’idea, che potrebbe non far pesare la scelta di sacrificare l’emblema per eccellenza dell’eroe francese, garantendoci un ottimo attore quale Dinklage è.
Grande attesa c’è, ma noi abbiamo già un’idea di ciò che ci aspetta. Se volete pareri in anteprima sul musical in uscita il prossimo 21 Gennaio potete leggere l’ articolo dei nostri redattori che lo hanno visto in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.
La Lezione di Rostand
L’ampio curriculum dello spadaccino francese ha contribuito a rendere la sua figura apparentemente eterna.
Questa, probabilmente, è la lezione che coscientemente o meno Edmond Rostand ha voluto lasciarci:
Se una macchina del tempo ti permette di spaziare tra le varie epoche della storia, una penna ti permette di spaziare tra le varie arti e rimanerci, nella storia.