Vi siete mai chiesti quale sia il film più brutto della storia?
Nel rispondere a questa domanda bisogna certamente escludere tutti quei film che sono stati impostati per non avere pretese.
Penso ad esempio ai vari Scary Movie, una raccolta di parodie di film horror volutamente trascinati nel mediocre e nel demenziale. E se vogliamo, non possiamo neanche dire fino in fondo che quel tipo di film siano fatti male, dato che riescono nell’intento di procurare risate.
Se invece si parla di film mal riusciti – non intenzionalmente – il mondo della critica cinematografica ha già fatto la sua scelta e, udite udite, abbiamo un vincitore!
Il film più brutto di sempre sembra essere The Room, uscito nel 2003 – da cui va subito distinto il film omonimo del 2019 che non ha nulla da spartire con il succitato.
The Room (del 2003) è un lungometraggio indipendente scritto, diretto, interpretato e finanziato – e già questo potrebbe dirla lunga su una certa componente di egocentrismo – da Tommy Wiseau, la cui trama è incentrata sul tradimento ai danni di quest’ultimo da parte di sua moglie Lisa e del suo migliore amico Mark.
Questo peccaminoso quanto improbabile triangolo tra i protagonisti finirà per rovinare le nozze imminenti della coppia e turbare la vita dei loro amici, già abbastanza turbati di loro.
I Motivi del Disastro (E del Disagio)
The Room di Tommy Wiseau è un film brutto. Chiunque abbia visto anche solo dei primi minuti avrà senz’altro ben chiaro il perché di questa condanna senza appello.
A fare acqua in questa pellicola sono davvero troppe cose, ad iniziare dalla recitazione degli attori che, nonostante la varietà di emozioni a cui una trama di questo tipo si presta, appaiono piatti e privi di carica emozionale.
Tralasciando la parte recitativa e il poco spessore che hanno i personaggi per come sono stati scritti, c’è più di un problema anche per quanto riguarda fotografia e scenografia.
Quasi tutte le vicende passano per questa fantomatica stanza di un fastidioso quanto antiestetico rosso smorto, la cui porta sembra essere lasciata aperta o chiusa a discrezione di chi vi entri.
Come altro set principale abbiamo inoltre il terrazzo della casa, palesemente dotato di sfondo green screen, su un paesaggio di città che nessuno si è preoccupato di rendere realistico o meno evidente.
A fronte di tutti questi problemi di riprese però, c’è una trama che appare ricca di storie e sottotrame. E ce ne sono di tutti i tipi! Dal drammatico – la madre di Lisa ha infatti un tumore al seno – al gangster – il figlioccio di Johnny, interpretato da Wiseau, viene minacciato da un sicario mafioso per non aver pagato un debito di droga – passando per il sentimentale della storia di passione dei due amici della coppia.
Nonostante i molti avvenimenti e sottotrame, comunque, il film ha una durata di un’ora e mezza.
Come mai, penserete, dato che a quanto pare ci sarebbe molto da dire? Ma il motivo è tanto semplice quanto assurdo: tutte le sottotrame vengono aperte senza che nessuna di esse venga poi conclusa.
Non ci fanno sapere assolutamente nulla della sorte del ragazzo invischiato nel traffico di droga, né abbiamo un degno approfondimento della storia d’amore dei due amici che dopo aver consumato un rapporto carnale nel pieno del salone della casa di Johnny e Lisa spariscono progressivamente dalla storia.
Infine l’arzilla vecchietta madre di Lisa sembra scordarsi del tumore, apparendo più viva della credibilità dell’intero titolo!
Ecco a voi The Room!
Per appurare con mano – o meglio, con occhio – ciò che abbiamo appena descritto, ecco a voi il film completo! Sebbene sia in lingua originale, non temete. È di facile comprensione anche per chi mastica poco l’inglese.
Insomma, nonostante lo sforzo nel voler a tutti i costi caricare alcune scene di empatia – come quando Mark e Johnny giocano a palla per mostrare allo spettatore il loro bel rapporto di amicizia – o enfasi – come la scena di lotta o la rabbia che precede il suicidio di uno dei protagonisti – sono così poco credibili da risultare ridicole.
Può sembrare un’affermazione esagerata, ma The Room non può contare su un singolo punto di forza.
Il destino di The Room
Nel bene o nel male – ma maggiormente nel male – The Room ha avuto un grande seguito e a modo suo è riuscito a lasciare un segno tangibile della sua presenza. A partire dai suoi interpreti.
Ad esempio, Greg Sestero – l’attore che interpreta Mark – ha realizzato un libro, dieci anni dopo l’uscita del film, in cui racconta in maniera goliardica il suo rapporto con Wiseau, citando aneddoti e tracciando un profilo accurato dell’eccentrico regista con cui ha lavorato.
Sulla sua scia, due anni dopo Robyn Paris – l’attrice che interpreta l’amica di Lisa – ha realizzato una miniserie di documentari su come sia cambiata la vita degli attori dopo quell’esperienza. Ovviamente il tutto è stato costruito ad arte per divertire e non rappresenta la verità.
Nel 2017 esce tuttavia nelle sale l’opera più riuscita del “merchandise” (tra moltissime virgolette).
Viene portata sul grande schermo la trasposizione del libro di Greg, in cui James Franco interpreta Tommy Wiseau nel raccontare tutti i più divertenti retroscena sulla creazione di The Room.
Conclusioni
Se un film – statunitense, per giunta – non riesce ad oltrepassare le frontiere e ad essere doppiato almeno in un’altra lingua, è superfluo appurarne il fallimento.
Qualunque fossero state le idee rivoluzionarie e artistiche nella testa di Wiseau al momento di creare The Room nessuno le ha capite.
Se avete anche voi preso visione di questo particolare film e vedete in esso qualcosa che a noi è sfuggito, fatecelo sapere con un commento!
Siamo davvero curiosi!