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The Beatles: Eight Days a Week – The Touring Years

È difficile cercare di descrivere la Beatle-mania: un fenomeno sociologico e culturale del tutto privo di precedenti.

Consisteva in una venerazione potente e incondizionata per i Beatles e si manifestava attraverso crisi isteriche, assembramenti di folle euforiche, urla, pianti disperati e svenimenti.

Ritenuti, a ragione, un fenomeno di comunicazione di massa di proporzioni mondiali, i Beatles hanno segnato un’epoca nella musica, nella moda e nel costume.

Nonostante siano trascorsi vari decenni, la popolare band inglese conta ancora un grande seguito e numerosi sono i loro fan club, sparsi in ogni parte del mondo.

The Beatles: Eight Days a Week

The Beatles: Eight Days a Week – The Touring Years è un docu-film del 2016 – realizzato con la collaborazione di Paul McCartney, Ringo Starr, Yoko Ono Lennon e Olivia Harrison – dal regista premio Oscar Ron Howard.

Viene mostrato agli spettatori un racconto delle imprese live dei Beatles dalle prime esibizioni ai concerti che hanno fatto la storia della musica, quindi dai tempi del Cavern Club di Liverpool fino allo storico Candlestick Park di San Francisco.

Tre ore e mezza di girato che cercano di rendere anche solo in minima parte la grandiosità del fenomeno dei Fab Four.

Il documentario è un viaggio attraverso gli anni cruciali della vita del quartetto di Liverpool compreso lo storico concerto finale del 30 gennaio ’69, sul tetto degli uffici della Apple Records a Londra.

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 I Beatles non potranno mai dividersi davvero perché, come abbiamo detto al momento della separazione, non c’è davvero alcuna differenza.

George Harrison

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Si tratta, quindi, di portare in scena la storia dietro le quinte della band composta da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, grazie a preziosi filmati rari e inediti.

Il tutto con un audio impeccabile, merito delle moderne tecnologie di sintetizzazione, che ha permesso la distinzione delle varie onde sonore, neutralizzando i rumori del pubblico.

Questo documentario musicale ci mostra quella che per i Beatles era una vera e propria vita in simbiosi, enfatizzata dalla scelta del regista di non mostrare mogli e fidanzate dei quattro musicisti.

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Concentriamoci sugli Happy Days della Band!

Chi ama i Beatles sa che esistono diversi film e documentari a loro dedicati e centinaia di ore di interviste audio e video, ma questa nuova testimonianza racconta gli Happy Days precedenti ai lutti, ai divorzi, alle discussioni e ai cambiamenti che portarono i quattro a maturare in fretta e a intraprendere strade differenti.

I Fab Four tra capacità e arroganza

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Gli unici musicisti tanto famosi da essere immediatamente riconoscibili dal nome, tanto che la battuta incriminata di John Lennon sul fatto di essere più popolari di Gesù Cristo risulta, oltre che ironica, più che giustificata.

Non arriveremo mai al punto di pubblicare delle schifezze, perché sappiamo che la gente le comprerebbe.

Paul McCartney

Forse, tra le frasi dei Beatles, questa è quella che meglio sottolinea l’anima e lo spirito della band.

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Questa dichiarazione di Paul McCartney riflette la consapevolezza di essere potenti, socialmente ed economicamente parlando, e di potersi (paradossalmente) permettere ogni cosa. Anche di scrivere pezzi qualitativamente scarsi.

Ma essa sottolinea anche quella continua ricerca della qualità che ha portato la band a migliorarsi sempre più, non solo per far felici i fan, ma anche per una coscienza propria, per una ricerca personale. Quindi capacità, professionalità ed pizzico di arroganza giovanile, quell’amalgama perfetto che ha reso possibile il loro successo musicale.

Un docu-film che lascia il segno così come sono stati capaci di farlo i suoi protagonisti

Un docufilm che lascia il segno, quindi, in grado di intrattenere ed emozionare.

Ascoltare i loro pezzi live è entusiasmante, ma lo è soprattutto vedere il trionfo di quattro ragazzi “comuni”, protagonisti di un successo meritato e notevole, ricordato sempre con nostalgia e commozione di generazione in generazione.

Strano a dirsi, però, l’incomprensione o il disprezzo di molti genitori dell’epoca vide l’accendersi di uno scontro generazionale senza precedenti, mentre noi che siamo i figli ed i nipoti di quella generazione non riusciamo a non amarli.

La sensibilità della Band verso i bisogni del pubblico

Il merchandising dei Beatles era secondo per vendite solo a quello dei cartoon Disney e ciò rivela il successo non solo della loro musica, ma anche della loro immagine pubblica, che li ha fatti diventare in breve tempo dei veri e propri status symbol.

Una grande capacità di comunicazione quindi, oltre alle notevoli capacità musicali e di sperimentazione è ciò che ha aiutato la band a raggiungere le vette delle classifiche mondiali.
E il film riesce a rendere il tutto con esito positivo.

Dove il fuoco di chi ha il fuoco brucia paglia e dura troppo poco

Questi ragazzi avevano davvero il fuoco che scorreva nelle loro vene, la voglia di sfondare e soprattutto la grinta e il talento per farcela.

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Dai, facciamo un giro a vedere com’è sto gioco, Dove il fuoco di chi ha il fuoco brucia paglia e dura troppo poco !

Sempre Grezzo, Primo Brown

Un viaggio alla scoperta dei Beatles

Nel film incontriamo, dunque, i quattro di Liverpool all’inizio della loro carriera (riassunta velocemente e con già Ringo in formazione, senza menzionare Pete Best).

Li seguiamo quindi subito nelle loro entusiasmanti e massacranti tournée, grazie al materiale inedito registrato dai fan, ai documenti preesistenti e alla testimonianza di Larry Kane, il giornalista che li accompagnò in tutte le date americane.

Saliamo con loro in aereo, li vediamo fare i matti in una stanza d’albergo, rispondere con spirito, intelligenza e umorismo alle domande banali o insidiose dei cronisti in conferenza stampa, fuggire sballottati nel furgone cellulare della polizia dopo l’ultimo trionfale concerto.

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L’apoteosi di una Band senza tempo

Ne avvertiamo, però, anche la progressiva stanchezza e l’insorgere della paura (il secondo tour in America fu boicottato e minacciato dal Ku-Klux Klan e dalle destre che non perdonavano loro le posizioni democratiche, pacifiste e antirazziste).

La fortissima presa di posizione della band nella questione della segregazione razziale in occasione del concerto a Jacksonville, il meccanismo mediatico che prevale sul loro grande amore per la musica e la composizione e rischia di schiacciarli.

All you need is love, love

Love is all you need

All you need is love, Beatles

È stato un miracolo che, sia pure con l’aiuto delle droghe, i quattro ragazzi siano sopravvissuti a quegli anni.

Molto del merito va al loro entourage fatto di poche e fedelissime persone sui cui spiccavano il manager Brian Epstein, Neil Aspinall e George Martin, a cui il film è dedicato.

Conclusioni sul docu-film The Beatles

Un film che prende, un po’ perché la musica è emozione e, che tu lo voglia o meno, fa vibrare le corde dell’anima, un po’ perché il racconto del successo di questi quattro giovani è fatto talmente bene che ti sembra di viverlo con loro.

Il tutto sulle note delle loro canzoni che contengono frasi d’amore, ma anche insegnamenti e riflessioni tratte da una vita tormentata.

And any time you feel the pain / Hey Jude, refrain / Don’t carry the world upon your shoulders

Hey, Jude. Paul McCartney

Perciò che sia nella sala del cinema oppure seduti sul proprio divano, vi invito ad unirvi a questo eccitante tour che attraversa il tempo, lo spazio e la cultura per mezzo della musicalità.

Nonostante nel film non si racconti nulla che non sia noto già dalle cronache, per chi ama i Beatles è una gioia poterli (ri)vedere in azione sui palchi internazionali o dietro le quinte intenti a chiacchierare.

È bello vedere il Paul e il Ringo di oggi riflettere sugli eventi di oltre mezzo secolo fa e lo è soprattutto ascoltare i grandi assenti, John e George. Assenti fisicamente ma vivi come non mai attraverso le immagini e i toccanti racconti dei colleghi.

The Beatles HD Wallpaper | Sfondo | 1920x1080 | ID:696973 ...

Il valore aggiunto del film sono i 30 minuti rimasterizzati e restaurati per l’occasione della performance registrata dal vivo allo Shea Stadium nel 1966.

E se ancora non sapete chi erano i Beatles, impossibile credo, questa è l’occasione giusta per scoprirlo.

Curiosità

Stando alle stime, I Beatles hanno venduto oltre un miliardo di copie fra album, singoli e musicassette a livello mondiale, risultando tra le band di maggior successo di tutti i tempi e, negli Stati Uniti, quelli con il maggior numero di vendite. 

Sono, inoltre, al primo posto nella lista dei 100 migliori artisti secondo la celebre rivista Rolling Stone (che, curiosamente, porta il nome di quelli che, all’epoca, erano i loro competitor principali).

Il mito dei BEATLES al TAN di Piscinola

L’aura “mistica” che circonda i Beatles e lo straordinario esito artistico raggiunto come musicisti rock sono, inoltre, oggetto di studio di università, sociologi e addetti del settore.

Durante la loro carriera decennale sono stati ufficialmente autori di 186 canzoni, la maggior parte delle quali porta la firma Lennon-McCartney.

Guardare documentari come quello firmato da Ron Howard si rende necessario oggi al fine di comprendere ed apprezzare la grandezza di una band che ha cambiato per sempre il mondo della musica.

And when the broken hearted people

Living in the world agree,

There will be an answer, let it be.

For though they may be parted there is

Still a chance that they will see

There will be an answer, let it be.

Let it Be, Beatles

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