Le cupe vicende della famiglia Salazar nella trilogia letteraria di Dolores Redondo
Baztan è un comune di circa ottomila abitanti situato nella provincia autonoma della Navarra che deve la sua fama recente ai romanzi – La Trilogia del Baztan – della scrittrice Dolores Redondo e alla loro trasposizione cinematografica.
L’atmosfera noir della trilogia nasce dal misterioso passato della protagonista, l’ispettrice di polizia Amaia Salazar, originaria di Elizondo, un paese della Valle del Baztan. Le vicende della famiglia Salazar e del loro panificio si intrecciano alla caccia all’uomo organizzata dalla polizia per catturare il serial killer di ragazze che agisce nella Valle.
In questa sede, sarebbe impossibile raccontarvi di più senza rovinare qualche sorpresa, dati i numerosi sconvolgimenti nella trama e i continui cambi di fronte dei protagonisti.
La Trilogia del Baztan in pillole
Il primo film della trilogia, Il “Guardiano invisibile” (2017), permette di entrare in empatia con i personaggi e la storia, familiarizzando con la geografia del Baztan, le sue tradizioni e le ambientazioni, regalando la sensazione di un ottimo thriller con colpi di scena e suspance.
Successivamente, le aspettative per il secondo episodio della trilogia, “Inciso nelle ossa” (2019), non sono disattese. La storia prosegue legandosi bene alla prima senza buchi di trama e il ritmo risulta incalzante come nel precedente film. Questa volta le capacità deduttive dell’ispettrice Salazar sono messe alla prova da un inquietante caso di profanazione di una chiesa. Durante le indagini riaffiora un legame tra il mondo dell’occulto e le radici della protagonista che la porteranno a vivere esperienze personali sconvolgenti.
Anche in “Offerta alla tormenta” (2020), terzo ed ultimo capitolo delle misteriose vicende accorse ad Elizondo, le indagini portano la giovane ispettrice a fare i conti con il proprio passato. Ma stavolta, Amaia fa delle scoperte che potrebbero permetterle di dare una risposta definitiva ai terribili eventi che scuotono da anni la Valle del Baztan. I colpi di scena e sconvolgimenti di trama sono assicurati!
“Less is more”!
La regia di Fernando Gonzalez Molina regala una piccola perla nel panorama cinematografico spagnolo, ma per essere severi si potrebbe precisare che un appassionato di serie TV e film polizieschi non ha bisogno di due ore a pellicola per tirare le somme su una serie di omicidi. La presenza del misticismo nella trama garantisce la massima curiosità per tutta la durata della trilogia, ma l’aspetto introspettivo dei personaggi risulta troppo rilevante. Come spesso accade nelle produzioni spagnole sono presenti troppi dettagli che esulano dalla storia principale.
Consigli per la visione
Da soli o in compagnia, l’ideale per godersi pienamente la trilogia del Baztan è durante il weekend. Certo potreste scegliere di guardare un film al giorno, la sera, ma così facendo perdereste tutta la spinta emotiva e la carica noir dell’opera.
Preparatevi a non stare troppo comodi sul divano. Suspense e colpi di scena non si faranno attendere.