La faccia di chi odia il Natale, le feste e tutto l’indotto è verde e pelosa. Non si capisce bene se sia così dalla nascita o se lo sia man mano diventata proporzionalmente alla reticenza per doni e balocchi. Per la verità, neanche importa chi sia o “chinonsia“, tutti conoscono il suo nome: Grinch.
O Il Grinch.
Il Dr. Seuss (Theodor Seuss Geisel) nel 1957 ha la geniale intuizione di scrivere una novella (in rima) fuori dal comune senso tradizionale e conformista sul Natale. Avvalorando così la teoria che il ragionamento per assurdo è scientificamente più efficace di ogni altro per corroborare una tesi.
Il senso del Natale non sta in doni e regali – vabbe’, nulla di nuovo – , ma dimostrandoti che il contrario sarebbe assurdo e/o paradossale, allora affermo che la tesi è vera.
Jim Carrey: il segreto del Grinch
Quarantatre anni più tardi il genio di Jim Carrey, supportato dal visionario regista Ron Howard, danno vita alla storia di Dr. Seuss, portando sul grande schermo quell’essere per nulla terrificante, ma solo ed impaurito, del Grinch.
Da quel momento in poi il nome dell’esserino dispettoso e cattivo che voleva “rubare il Natale” (e ci riesce pure) diventa sinonimo di colui che fastidiosamente (non) sopporta il piacere degli altri di vivere il Natale.
Un classico. E in ogni famiglia c’è ne è uno di turno (me compreso). Anzi, rilancio: in ognuno di noi vive un Grinch che aspetta il momento giusto per colpire e poi rinsavire con premurosa dolcezza.
Per dirla tutta, comunque, il Grinch non odia il Natale in sé, lo odia di riflesso. Orfano e solo, da piccolo è stato vittima di bullismo da parte di un losco personaggio che si fa chiamare Augustus e che per altro ha pure tentato di rubargli il suo amore: Marta.
La logica conseguenza, per nulla nascosta, è una vendetta lunga ed estenuante: se “mi hanno rubato la cosa più cara che avevo, io ruberò loro la cosa più cara che hanno”. E nei pressi dei Picchi di Punta Boh e per gli abitanti del paese di Chinonso, la cosa più importante era il Natale.
Alea iacta est.
Il nemico del Natale siamo noi
Il film va visto. Ora e sempre. E se non lo avete mai fatto, fatelo in questi giorni (che tanto è tutto chiuso), comodi sul divano, con le luci dell’albero accese, i pacchi sotto di esso, una buona cioccolata calda sul tavolino davanti alla tv e le persone a voi più care (conviventi, please).
Dicevamo, il film va visto almeno una volta nella vita. Ma poi anche rivisto. Stoppato e rimandato a loop fino all’infinito. O almeno fino a che il vero significato del Natale non vi si stampi a fuoco nella mente.
Ma la freddezza di una teoria scientifica non basterebbe mai a sciogliere per sempre i dubbi sul Natale e sul suo significato. Così come non aiuta il Grinch nel suo malefico intento di rovinare il Natale ai suoi compaesani, così non aiuterebbe noi a comprenderne il segreto.
Non serve dire che il cuore del Grinch si addolcisce nel momento in cui la forza di chi ci crede è più potente della debolezza di chi non ci crede.
Cindy Lou nella novella di Dr. Seuss detiene il potere non magico, ma reale e vivente, di (ri)dare vita ad un cuore spezzato dalla tristezza e dalla solitudine. Circondarsi di persone che possono darci la spinta a credere ancora nelle favole, a credere che un cuore rattrappito possa ancora amare, è il movente giusto per passare delle belle feste. Ed è una fortuna che non va sperperata.
In bilico tra amore ed egoismo
Quando tutto sembra ormai deciso, quando tutto sembra ormai cadere dal baratro su cui siamo in bilico, come la slitta e i regali che il Grinch ha rubato ai chinonso e che per dispetto vuole gettare nel vuoto per rovinare loro il Natale, l’inaspettato si manifesta nel volto più innocente che esista.
Non solo, ma la sua vita, ora in pericolo per salvare noi poveri insicuri e permalosi (Cindy Lou sta per cadere dal crepaccio insieme ai regali, perché voleva salvare il Grinch da se stesso), si rivela cara ed importante.
Al diavolo ogni reticenza, ogni odio, ogni rimorso, rimpianto, al diavolo ogni rancore: Cindy Lou era l’unica che credeva veramente nel Grinch, l’unica che aveva il potere di rincuorarlo.
Pentirsi e rendersi conto dei propri errori è il primo e faticoso passo verso la salvezza. Infatti il Grinch compie uno sforzo sovrumano per salvare Cindy dalla morte, ma è un sacrificio necessario per redimere il proprio cuore raggrinzito.
Nel frattempo i chinonso, spogli dei loro festoni, regali, dolci e compagnia bella, non si arrendono: Niente doni? Niente regali? Niente cenoni o feste? Niente ristoranti? Discoteche? Niente spostamenti? Chisseneimporta! Basta che stiamo insieme (a distanza) e possiamo essere felici comunque.
E vissero tutti felici e festosi
Il Grinch salva Cindy, salva i regali, salva le feste, salva il Natale dei chinonso. E riconquista pure il suo vecchio amore Marta.
Proprio colui che aveva giurato di rovinare le feste a tutti, in realtà le mette in sicurezza. Sta a noi compiere l’ultimo sforzo: capire cosa è davvero il Natale.
E se lo ha capito il Grinch… vuol dire che nessuno ci toglierà mai la gioia di dire: Buon Natale a tutti!