I film di animazione si sono evoluti negli anni fino a diventare dei prodotti di qualità rivolti ad un pubblico sempre più variegato.
Spesso devono la loro fortuna all’economicità (è sufficiente un budget ridotto per la realizzazione), oltre alla possibilità di trattare temi di attualità con un linguaggio chiaro e adatto a tutti.
Questo è il caso dell’universo di animazione I Racconti di Arcadia, nato dal genio creativo di Guillermo del Toro (Il labirinto del fauno, Hellboy, Pacific Rim) e arrivato quest’anno alla terza serie – miniserie in questo caso – con I Maghi (Wizards).
La Dreamworks aveva affidato un arduo compito al regista Del Toro, quello di produrre contenuti di animazione da distribuire sulla piattaforma Netflix, con l’obiettivo di incollare grandi e piccini allo schermo di smartphone e televisioni.
Per sapere se le aspettative sono state soddisfatte non vi resta che guardare questi dieci episodi che concludono un arco narrativo pieno di azione, colpi di scena e tanta magia.
Attenzione!
La visione è ovviamente consigliata in ordine cronologico (Trollhunters è del 2016; Tre in mezzo a noi del 2018; I maghi del 2020) per apprezzare tutti i riferimenti.
Non lasciatevi ingannare dalla parola miniserie, la vicenda, anche se autoconclusiva, presenta molti richiami alle avventure precedenti e mette le basi per sviluppi futuri.
La storia raccontata in Trollhunters
I protagonisti sono alcuni adolescenti della città di Arcadia che si imbattono in creature mostruose, magiche, troll e perfino alieni. Come ogni narrazione che si rispetti abbiamo un eroe (Jim) che grazie alle sue abilità innate e al suo coraggio viene scelto da un magico e misterioso amuleto per diventare cacciatore di troll e salvare non uno, ma ben due mondi.
Da quel momento la sua vita cambia, innescando una valanga di avventure condivise con i suoi amici, che lo porteranno a vivere esperienze di ogni genere tra il mondo degli umani e quello dei troll, fino a scomodare Mago Merlino, la Strega Morgana e la leggenda di Re Artù.
Proprio Merlino, Morgana e Hisirdoux (Douxie), il giovane apprendista di Merlino, sono i protagonisti dell’ultimo ciclo dei Racconti di Arcadia che chiude la trama che era stata lasciata in sospeso nelle prime due serie, attingendo alle atmosfere medievali.
Tutte le domande troveranno risposta grazie ad un viaggio nel tempo che trasporta i nostri eroi nel passato regno di Camelot per tentare di fermare i piani malvagi dell’Ordine Occulto.
L’evoluzione dei personaggi
Senza stare ad approfondire troppo la trama per evitare fastidiosi spoiler, una riflessione è doverosa per i temi affrontati in questi nuovi episodi.
La miniserie segue cronologicamente le precedenti del 2016 e del 2018 e si nota come il carattere dei personaggi, i dialoghi, le emozioni e i temi affrontati siano un’evoluzione dei precedenti.
Probabilmente la scelta di far maturare gli eroi coinvolti nella serie animata risiede nei quattro anni che separano il primo episodio dall’ultimo.
Infatti, per non disperdere l’interesse generato nel pubblico ormai affezionato alla storia, i personaggi sono stati adattati alle età degli spettatori-target che nel frattempo sono diventati adolescenti o giovani adulti.
Un esempio è la storia d’amore tra Jim e Claire, sempre più profonda ed importante per entrambi o il raggiungimento della maturità da parte dell’apprendista mago Hisirdoux, prima osteggiato da Merlino, poi premiato dallo stesso.
Negli ultimi episodi vengono rivissute alcune delle avventure chiave dei protagonisti tramite un loop temporale, che riporterà alla mente dello spettatore psicologia e atmosfere delle prime due stagioni.
Le atmosfere fantasy dei I Maghi
A questo punto penserete che la trama sia adatta solo a chi si è appassionato alla saga sin dall’inizio, ma non è del tutto vero. Una buona parte della storia attinge alla leggenda di Re Artù con interessanti rivisitazioni di quelle ormai note gesta.
Ritroviamo la celebre spada di Excalibur, la dama del lago Nimbue (presente nel catalogo Netflix anche in un interessante adattamento del fumetto americano Cursed di Frank Miller), le figure di Morgana e Artù, oltre a quella intramontabile di Merlino, proprio per intrigare i palati affamati di fantasy.
Un particolare gusto per i dettagli
Quello che si nota subito, guardando la serie I Maghi, è il magistrale uso dei colori. Ogni personaggio, oltre ad avere la propria personalità e il proprio stile, è contraddistinto anche da un colore fluorescente, sia quando indossa l’armatura da combattimento che in abiti civili.
L’utilizzo delle atmosfere più cupe, con il colore nero predominante sullo sfondo, garantisce una resa visiva spettacolare durante gli scontri grazie proprio ai colori fluo, con una netta distinzione tra “buoni” e “cattivi”.
La lunghezza degli episodi permette di seguire la storia senza troppa fatica, con le giuste pause nella narrazione. La grafica della Dreamworks, poi, rappresenta la ciliegina sulla torta.
Sebbene la serie oscilli tra fantascienza e fantasy e le vicende narrate coinvolgano umani, maghi e mostri, la legge della fisica viene rispettata il più possibile, contribuendo alla verosimiglianza di questo magico universo.
Certo i castelli che volano non esistono… ma, se premerete il tasto Play, forse li vedrete anche voi.
Unica pecca: il finale sospeso. Bisognerà attendere il 2021 per la conclusione della saga con l’ultimo capitolo L’ascesa dei Titani, ma vale la pena di dedicare del tempo a questo ambizioso, e originale, progetto di animazione.