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Dentro Caravaggio: il docufilm su Michelangelo Merisi

Dentro Caravaggio presenta pochi cenni biografici, restituiti principalmente attraverso le voci, i racconti e i pensieri dei suoi narratori, personaggi e intellettuali tra loro molto diversi.

Intervengono storiche dell’arte come Giovanna Cassese, Caterina di Giacomo o Rossella Vodret, il critico e giornalista Marco Carminati, che legge le tele di Caravaggio all’interno del percorso espositivo a Palazzo Reale, e altri.

Artisti contemporanei che da Caravaggio hanno tratto ispirazione come il fumettista Milo Manara, che racconta un pittore incisivo e cinematografico, i videoartisti Masbedo e quel grande testimone della nostra cultura italiana che è Achille Mauri.

Sguardi e punti di vista diversi che racchiudono un Caravaggio inedito.

Michelangelo Merisi: un pensatore visivo

Caravaggio è stato principalmente “un pensatore visivo”, come asserisce lo storico e filosofo Gennaro Carillo.

Tanto attuale da essere definito un regista tout court, un sublimatore di immagini violente e molto contemporanee e, indica Mauri, un testimone attento alle problematiche sociali e politiche, che oggi avrebbe sicuramente raccontato la questione migrazioni con il suo tocco “viscerale”.

Insomma, Michelangelo Merisi era un pittore straordinario e dalla irruente personalità.

La forza della pittura di Caravaggio

Le sue opere si sviluppano stilisticamente di pari passo alla sua tormentata vita da esule, da quando, dopo una rissa in cui l’artista uccise il suo avversario Ranuccio Tommasoni, fu costretto a scappare da Roma e a rifugiarsi a Napoli, città dove fu accolto da ottimi committenti; poi fu la volta di Marsiglia, per tornare in quella Sicilia barocca e vivida di cultura di fine Cinquecento.

Nel docufilm i tratti della personalità di Caravaggio sono identificati nei dettagli dei suoi dipinti accompagnati dalle musiche realizzate ad hoc da Teho Teardo e dal volto e dalle parole di Sandro Lombardi che, come Virgilio nella Divina Commedia, accompagna lo spettatore attraverso le opere:

Il “Ragazzo morso da un ramarro”, il “Davide vincitore di Golia”, “Marta e Maria Maddalena”, “San Gerolamo”, il “Seppellimento di Santa Lucia”, le “Sette opere della Misericordia” – definite tele monocrome dalla astrazione delle figure – il Pio Monte della Misericordia a Napoli, la “Cena di Emmaus” esposta alla Pinacoteca di Brera di Milano…

Quelli citati sono solo alcuni dei dipinti raccontati nel film dove quei tagli di luce al centro, i punti drammatici e scuri, i volti fortemente espressivi, le mani costantemente in movimento, gli sguardi drammatici, racchiudono la forza di Caravaggio, pittore immediatamente riconoscibile per quello stile unico, tanto da stupire, magari turbare, ancora oggi.

La Mostra presso il Palazzo Reale di Milano

Tra i momenti più interessanti della pellicola, soprattutto per i non addetti ai lavori, vanno osservati il montaggio e lo smontaggio della mostra realizzata a Palazzo Reale di Milano – con un focus allestito anche presso le Gallerie d’Italia – dove una squadra di esperti installatori, conservatori e storici svelano con passione e minuzia le grandi tele (Caravaggio dipingeva figure in primo piano e su scala 1:1, per coinvolgere totalmente lo spettatore nella realtà tangibile che stava raccontando e renderlo testimone oculare della vicenda).

Considerazioni finali

Senza dubbio un documentario su uno dei pittori italiani più conosciuti, apprezzati, discussi, studiati, copiati e riprodotti di tutti i tempi.

Porsi davanti a Caravaggio oggi significa rispondere ad una domanda fondamentale: il perché dell‘immenso successo di pubblico comune, che regolarmente affolla le mostre a lui dedicate nei musei del mondo.

Il film indaga i motivi di questa sua popolarità fornendoci una risposta più che esaustiva.

Merito dei fotogrammi, dei dialoghi e della narrazione che copre, fase per fase, l’intera vita del pittore toscano.

Le immagini del cinema intervengono a completare l’opera d’arte che è stata la sua esistenza.

In questo, possiamo definire l’opera addirittura un’appendice filmica dei quadri incisivi e immortali del Caravaggio pittore di tutti.

La qualità della fotografia è molto buona e restituisce nel modo migliore le figure, svelando aspetti, talora inediti, relativi ai quadri più noti ed esplorando con l’obiettivo della camera particolari delle scene che difficilmente si riuscirebbero a scorgere ad occhio nudo.

Merito degli autori e dei continui interventi di artisti, critici d’arte e studiosi che, attraverso la propria voce, danno una lettura delle opere di Caravaggio in grado di andare oltre le lezioni scolastiche.

Dunque una visione moderna e contemporanea di un pittore che viene definito come un inventore di immagini e di storie, con inquadrature quasi cinematografiche.

Forse negli ambienti storico-artistici più conservatori paragonare un pittore del Cinquecento ad un regista di oggi farebbe arricciare il naso, ma in questo caso l’accostamento tra pittura e cinema risulta puntuale e neanche troppo azzardato.

Si spiega facilmente, dunque, la grande popolarità del Caravaggio anche presso un pubblico giovane di non studiosi, estraneo al mondo dell’arte tradizionale ma attento alle trasformazioni dei linguaggi figurativi contemporanei.

Così il “pittore maledetto”, per via della sua fama di uomo tormentato e violento, diventa ai nostri occhi un precursore dell’immagine avvolgente invasiva, dominante della nostra contemporaneità.

Tra tutti gli interventi esterni voglio segnalare quello del disegnatore Milo Manara, che spiega come il moderno fumetto d’autore debba molto alla figura di Caravaggio pe il suo linguaggio visivo attualissimo ed efficace nel raccontare le storie del mondo, finanche quello contemporaneo.

In definitiva, l’incursione di questo documentario “dentro Caravaggio” ci riporta inevitabilmente alla realtà di oggi, persino quella più brutta e violenta, ma lo fa in modo gentile, con un tocco di – inevitabile – malinconia.

Un bel film al servizio di un’arte comprensibile a tutti.

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