Across the Universe è un film del 2007 che appartiene alla categoria dei musical. Già dal titolo, infatti, si intuisce che siamo di fronte ad un omaggio ai Beatles: tutto il film è costruito sui loro brani più famosi – ben 33 – e molti dei dialoghi vengono sostituiti dai testi delle loro canzoni.
Un film caleidoscopico, visionario, divertente, commovente, passionale, idealista. C’è tutto, ma soprattutto ci sono le musiche più belle dei Beatles a renderlo un cult!
L’operazione cinematografica in cui si è cimentata Julie Taymor, già apprezzata regista teatrale prestata al cinema per Titus e Frida, è stata a mio avviso un lavoro ad elevatissimo rischio: l’opera dei Beatles, punto di riferimento e nucleo narrativo di Across the Universe si sarebbe potuta trasformare in materia incandescente se trattata senza le dovute cautele.
Tuttavia la regista è riuscita brillantemente nell’impresa, rendendo omaggio ad una band intramontabile e raccontando la storia di una rivoluzione socio-culturale per mezzo della musica e dell’amore.
Non un film sui Beatles, quindi, ma un’opera che unisce alla loro poetica musicale un racconto che parla di gioventù, amore e rivoluzione.
La musica come traghetto per solcare i cambiamenti socio-culturali degli anni ’60
Across the Universe ci fa attraversare, infatti, un intero periodo storico e lo fa in modo originale, utilizzando la musica come traghetto, non a caso la scelta ricade proprio sui Beatles, band simbolo di quella rivoluzione socio-culturale.
Musica che, di diritto, assume il ruolo di protagonista assoluta del film, facendosi parola, suggestione, parte integrante della trama.
La storia, ambientata negli anni ’60, è quella di Jude, un ragazzo di Liverpool – città scelta non a caso – che parte per l’America con lo scopo di ritrovare suo padre.
Qui conoscerà il ribelle Max, di cui diventerà grande amico, e sua sorella Lucy, della quale si innamorerà perdutamente e con cui intraprenderà un nuovo percorso di vita.
Si incontrano, si amano, rischiando di perdersi proprio a causa dei fermenti dell’ambiente circostante, lo stesso che aveva accolto il germogliare del loro sentimento.
Vengono raccontati i turbamenti sociopolitici dell’America impantanata nel Vietnam, gli scontri razziali e i movimenti pacifisti che, proprio sulle note dei Fab Four (con John Lennon icona di un messaggio universale), urlavano al mondo il loro dissenso:
Contorno di fuoco per la bella storia d’amore tra due ventenni, Jude e Lucy, i cui nomi sono presi da due celebri canzoni della band.
Un amore messo a dura prova nel film Across The Universe
Trasferitisi a New York, dove verranno catapultati direttamente nella rivoluzione socio-culturale dell’epoca, Jude e Lucy conosceranno e parteciperanno a movimenti pacifisti e della controcultura; inneggeranno all’amore libero, alla pace e sogneranno assieme agli hippies con i loro slogan floreali.
Intanto Max, che è disoccupato, sarà costretto a partire per il Vietnam, da cui tornerà fortemente turbato dall’esperienza di guerra.
Le vite di Lucy e Jude e quelle degli altri personaggi Max, Sady, Prudence e JoJo, si incrociano e scorrono tra alti e bassi, tra gioie e dolori, incomprensioni e litigi, con un finale corale e in grande stile.
La musica è capace di trasmettere emozioni
Le canzoni, riarrangiate per l’occasione dal compositore Elliot Goldenthal, sono cantate quasi tutte dagli interpreti del film e i due protagonisti sono davvero bravi nel rendere i moti interiori di chi si trova di fronte ad un vero e proprio sconvolgimento sociale.
La Taymor mescola sapientemente il sogno con la realtà, portando sullo schermo visioni, fatte di colori e suoni che trasmettono emozioni trascinando lo spettatore in un viaggio attraverso l’Universo alla ri-scoperta di un periodo storico che ha molto da raccontarci ancora oggi.
Ed è proprio attraverso quella musica e, soprattutto, quelle parole, che l’azione e le reazioni dei protagonisti prendono forma.
Un film per comunicare un messaggio universale e quanto mai attuale
Esplosioni di colori e fotografia denaturata si alternano, a seconda delle differenti situazioni mostrate – l’arrivo a New York, gli scontri di Detroit, la parentesi del ritorno in Inghilterra – per la ricostruzione di un periodo che non può non farci riflettere anche sul nostro presente:
“Nothing’s gonna change my world”, dicevano Lennon e McCartney nella canzone che dà il titolo al film e che accompagna uno dei suoi momenti più commoventi.
Era il loro ultimo album in studio, Let it Be, del 1969. I Beatles si sarebbero sciolti un anno più tardi, il mondo da allora non è ancora cambiato. Il cinema prova a ricordarcelo.
Considerazioni sul film Across The Universe
Un capolavoro, un frammento di cinema intenso e vibrante che ammalia e stordisce, arrivando allo dritto allo stomaco e al cuore.
Il piacere di guardare questo film è sicuramente in gran parte dovuto alla bellissima colonna sonora, ma la Taymor ha l’importante merito di aver trovato un difficile equilibrio in cui la psichedelia, il videoclip, il teatro surreale, il musical, la pittura, gli artisti simbolo dell’epoca (Janis Joplin e Jimi Hendrix, perfettamente incarnati dai personaggi di Sade e JoJo), i camei di Joe Cocker, Bono Vox e Salma Hayek, scivolano sui sensi per nutrirli di colori ed emozioni.
Ad alcuni potranno pesare i frequenti e un po’ ovvi rimandi all’attualità (il Vietnam come l’Iraq, gli errori politici che si ripetono), ma anche il prevedibile messaggio pacifista di amore universale riesce ad arrivare in tutta la sua potenza.
Questo film non si dimentica.
«Dentro c’è tutto: L’amore, la guerra, l’impegno sociale, la musica, l’odore di sangue, il frastuono delle bombe, le lacrime del popolo vietnamita, il dolore dei reduci che tornano dal fronte sulla sedia a rotelle, lo sconcerto di una generazione che si vede crollare davanti agli occhi il mito del sogno americano».
Curiosità sul film Across The Universe
I cantanti Joe Cocker e Bono Vox si concedono un cameo, il primo cantando Come Together, l’altro nei panni del sedicente Dr. Robert, poeta e cantante beat; l’attrice Salma Hayek – già Frida nel precedente film della Taymor – è la sensuale infermiera “multipla” nel delirio post Vietnam del reduce Max.