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John Lennon: 80 Anni di un Mito tra Musica e Cinema

Cantante, paroliere, voce del popolo e anche attore. In attesa del nuovo documentario “The Beatles: Get Back” diretto da Peter Jackson, ripercorriamo l’excursus cinematografico di John Lennon.

La vita di John Lennon

John Lennon nasce a Liverpool il 9 ottobre 1940 durante un raid aereo tedesco in piena Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un aneddoto curioso, considerando il suo distintivo carattere pacifista e antimilitarista.

Cresciuto in un ambiente familiare tormentato e segnato in adolescenza dalla morte della madre, si avvicina alla musica grazie al Rock And Roll di Elvis Presley, Bill Haley e Buddy Holly. Nel 1957 il folgorante incontro con Paul McCartney è la miccia che fa scoppiare uno dei più grandi sodalizi compositivi di sempre e i due, assieme a George Harrison e Ringo Starr, formano i Beatles, dando il via ad un irripetibile fenomeno di massa.

Dopo un paio di dischi di enorme successo, nel 1964, forse influenzati dalle lucrose produzioni cinematografiche di Elvis, i quattro approdano anche sul grande schermo.

Lennon durante le riprese di “A Hard Day’s Night”, 1964

A Hard Day’s Night: il film

A Hard Day’s Night, partorito nel pieno della Beatlemania, esprime con freschezza lo spirito giocherellone, anticonformista e stravagante della band.

La pellicola, spesso annoverata tra i migliori film musicali di sempre, brilla grazie all’irriverente umorismo “liverpooliano”, alla genuinità e naturalezza delle interpretazioni e allo stile semi-documentaristico del regista Richard Lester, che segue i Beatles durante fittizie interviste, apparizioni televisive, serate di gala e rocambolesche fughe da ragazzine urlanti in visibilio.

La peculiarità del film, basato su momenti di quotidianità realmente vissuti, è quella di pennellare l’apice del successo della band delineando allo stesso tempo le quattro differenti personalità dei suoi membri.

Lennon, con battute nonsense e bizzarri teatrini, emerge come attore grazie al suo humor strambo ed eccentrico, elemento portante della sua identità artistica, che esplode totalmente in In His Own Write, un libro infarcito di poemetti d’improvvisazione, giochi di parole, bozze e composizioni in libera associazione. Nel brano Julia riconosce questo ermetismo poetico, identificato anche da Paul McCartney in Here Today.

Half of what I say is meaningless” – “Metà di ciò che dico è senza senso”

– Julia (J. Lennon)

“Never understood a word, but you were always there with a smile” – “Non ho mai capito una parola, ma tu eri sempre lì con un sorriso”

– Here Today (Paul McCartney)
I Beatles eseguono “I Am The Walrus”, tratto dal film “Magical Mystery Tour”, 1967 .

John Lennon e il binomio attore-cantante

Help!, l’ideale seguito di A Hard Day’s Night, diretto ancora una volta da Richard Lester, cerca di trasformare i Beatles in un quartetto comico sul modello di Peter Sellers o dei fratelli Marx.

La vicenda gira attorno ad un misterioso anello finito nelle mani di Ringo Starr, ma appartenente ad un’antica setta che cercherà di rientrarne in possesso.

Help! oggi non possiede un grosso valore cinematografico, ma è rilevante per il sodalizio creatosi tra Lennon e il regista Lester durante il set.

Nell’autunno del 1966, a seguito di una pausa dall’attività live dei Beatles, John verrà infatti chiamato da Lester a cimentarsi come attore nella commedia How I Won The War.

Per il ruolo gli fu chiesto di farsi crescere i capelli, abbandonando di fatto il classico caschetto beatlesiano, e di indossare dei piccoli occhialetti rotondi, due elementi ancora oggi facilmente riconducibili al suo iconico look.

John Lennon e George Harrison durante le riprese di “Help!”, 1965

Questa volta Lester modella su Lennon un personaggio immaginario, un soldato della Seconda Guerra Mondiale, che però non si distacca molto dai lineamenti stralunati e insoliti del cantante, facendo sì che la sua prova attoriale venga lodata dalla critica nonostante le critiche più aspre per il risultato complessivo dell’opera.

Forse non una parentesi memorabile, ma quantomeno cruciale poiché è durante le riprese del film, nella regione spagnola di Almería, che Lennon trova il guizzo compositivo di Strawberry Fields Forever, una delle canzoni più considerevoli del suo catalogo, che apre ufficialmente il 1967 e la Summer of Love.

Ultimo step: Regia

Magical Mystery Tour, pastiche televisivo di 55 minuti fortemente voluto da McCartney, è figlio di questa nuova ondata psichedelica e i Beatles, ormai capaci finanziariamente di ogni cosa, si improvvisano addirittura registi.

Privo di una trama vera e propria, l’esperimento incastra videoclip, dialoghi e situazioni che navigano tra il grottesco e l’onirico, in cui sguazza I Am The Walrus, l’ennesimo testo non-sense surrealista
di Lennon, ispirato dall’Alice di Lewis Carroll e dall’LSD. Nella clip prende letteralmente le sembianze di un tricheco.

I Beatles in un’immagine promozionale di “Magical Mystery Tour”, 1967 .

Let It Be: Come I Beatles Risorgono

Il 13 maggio del 1970 i Beatles tornano al cinema con Let It Be, contenente l’ultima storica esibizione live sul tetto degli Abbey Road Studios di Londra.

L’idea è quella di mostrare in presa diretta la genesi, lo sviluppo e la produzione dell’omonimo disco, seguendo le varie fasi compositive dei brani.

Quello che dovrebbe essere un canto del cigno si rivela invece un documento amaro e disilluso, risollevato soltanto dalla grandiosità delle canzoni (vincitrici dell’Oscar come Miglior Colonna Sonora), in cui i Fab Four appaiono stanchi, svogliati, spesso in disaccordo e lontani dall’euforia spumeggiante e vitale di A Hard Day’s Night.

Il trailer del film Let it be

Si discute ancora oggi sull’influenza negativa di Yoko Ono, convolata a nozze con Lennon nel 1969, che ha portato con sé ideali politicizzati e radicali e, pare, anche una dipendenza dall’eroina.

Il film non è mai stato ufficialmente ripubblicato in home media per volere degli stessi membri, perché contenente materiale “ancora troppo controverso” e ufficialmente marchiato come il momento di scioglimento del gruppo.

Nel 2021, dopo cinquant’anni, Let It Be vedrà nuovamente luce grazie ad un montaggio inedito. Peter Jackson, acclamato regista della trilogia de Il Signore Degli Anelli e, più recentemente del pioneristico They Shall Not Grow Old ha infatti preso in mano 55 ore di girato mai pubblicato per creare un nuovo documentario e riscattare la reputazione di Let It Be.

L’annuncio del libro fotografico collegato al film Get Back in uscita ad agosto 2021

Secondo il comunicato stampa, lo stesso Jackson ha dichiarato che la leggenda è molto lontana dalla realtà, in quanto le scene mostrano ancora momenti di cameratismo e fratellanza tra i quattro e sarà suo compito donare nuova vita ad una band che, di fatto, stava per morire.

La pellicola, intitolata The Beatles: Get Back e prodotta da Apple Corps e Walt Disney Pictures era inizialmente prevista per settembre 2020, ma attualmente rinviata ad agosto 2021 a causa della pandemia in corso.

Un “Imagine” di John Lennon

John Lennon musicista, paroliere, cantante, attore, attivista, artista a tutto tondo, assieme alla moglie Yoko Ono dalla fine degli anni ’60 realizza anche album e videoclip musicali d’avanguardia.

Imagine, il film televisivo del 1972 tratto dal leggendario disco, è forse la prova più convincente della sua “carriera” cinematografica: girato quasi interamente nella loro casa a Tittenhurst Park è un ritratto familiare intimo e curioso, in cui fanno capolino piccoli esperimenti artistici e ospiti illustri, tra cui il presentatore Dick Cavett e il celeberrimo Frank Sinatra.

Musica Immortale

Come noto, John Lennon si spense in ospedale l’8 dicembre 1980, a seguito di cinque colpi di pistola infertigli da parte di uno squilibrato. Oggi, a ottant’anni dalla nascita, cosa rimane del suo mito?

John Lennon durante le riprese di “How I Won The War”, 1966.

In un momento cruciale della battaglia per i diritti umani, sprigionatasi all’unisono con il Black Lives Matter, il suo messaggio appare più che mai attuale. Basti pensare ai cori di Give Peace A Chance e Power To The People (“Well you get on your feet and into the street” – “Alzati in piedi e scendi in strada”), al canto di protesta Working Class Hero (“They hurt you at home and they hit you at school” – “Ti feriscono a casa e ti picchiano a scuola”) o alla viscerale ricerca della verità in Gimme Some Truth; tant’è che potrebbero essere tutti brani scritti oggi stesso.

Con lo slogan Stop The War! e il simbolo della pace, Lennon è stato voce del popolo e protagonista di chiacchierati Bed-In, strumenti di protesta che risulterebbero innovativi e potentissimi anche nel 2020.

La sua musica ha superato la prova del tempo e continua ad ispirare milioni di persone in tutto il mondo.

In fondo, come diceva lui nella popolare canzone, non siamo un po’ tutti dei sognatori?

You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one”.

– John Lennon
Riccardo Armonti
Riccardo Armonti
Potete trovarmi dentro un film di Charlie Chaplin, nei dischi dei Beatles o tra le pagine di Herman Hesse. Ho vissuto in tre continenti, ma non ho ancora assaggiato un ragù che possa competere con quello della mamma.

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