Alle volte è difficile essere efficaci e comprensibili, pur usando termini corretti e precisazioni.
Ci sono parole che racchiudono in sé tante sfaccettature di significato, che se non approfondite, restano meri riflessi della luce che invece irradiano e diffondono.
Autismo è tra queste, è una “parola mondo” che contiene tanta vita ed eterogeneità a seconda di come la si voglia declinare.
Sebbene indichi una condizione di vita – non malattia – che è comune a molti, troppo spesso l’ignoranza dilaga e fa rumore, anziché tacere e attendere di diventare conoscenza.
Tra i vari mezzi di diffusione della cultura o anche solo di rappresentazione – che dovrebbe sempre esserci per tutti -, ovviamente il cinema ci viene in soccorso e, pur sbagliando alle volte, ci offre spunti per apprendere o riflettere.
Vi proponiamo di seguito alcuni film che trattano l’argomento, lungometraggi che non vanno guardati obbligatoriamente oggi, ma che possono risultare interessanti in qualunque momento gli si voglia prestare attenzione.
Tru Confession: A proposito di Eddy
Per molti anni – prima di cadere in film ciclici su musica e ballo – Disney Channel ha saputo portare avanti progetti con temi importanti e degni di nota, come in questo caso.
Tru è una ragazza come tante: ha degli amici con cui uscire, una cotta su cui sognare, la passione per la videocamera – siamo nel 2002, niente smartphone – con cui cattura la sua vita.
A casa però, ha una famiglia impegnativa composta da un padre spesso assente per lavoro, una madre dalla quale non si sente compresa appieno e, soprattutto, ha Eddy, suo gemello, che è autistico.
L’occasione di vincere una gara documentaristica le darà l’occasione di maturare e osservare più consapevolmente la realtà che la circonda: alle volte fatta di figuracce e momenti imbarazzanti, altre piena di tenerezza e amore puro.
Un film pensato appositamente per la tv (Disney Channel Original Movie), dove un giovanissimo Shia LaBeouf (Eddy),
diventa un mezzo per scoprire la fragilità dei sentimenti, pur pieni di buone intenzioni e la complessità dell’essere umano.
Un film davvero ‘per tutti’, che spazia da momenti tragicomici ad altri di riflessione, restando articolato e coinvolgente per gli adulti, ma tuttavia fruibile anche per i più piccoli.
Al momento è possibile vederlo tramite Disney+ .
Life Animated
Film documentario, mostra la storia di Owen e di come abbia trovato la sua “voce” (letteralmente e figuratamente) e modalità di espressione attraverso i film d’animazione Disney.
Uno scorcio di vita particolare, una storia che invita sia alla speranza che all’ascolto.
Per i medici non avrebbe mai imparato a parlare ma i genitori, pazienti e amorevoli, hanno capito che stava solo cercando il suo unico e perfetto modo di interagire col mondo.
Le nostre passioni, l’amore, l’impegno a non arrendersi, possono salvarci o anche solo migliorarci la vita. E’ proprio il caso del piccolo Owen.
Rain Man: L’uomo della pioggia
Nonostante sia un classico senza tempo che ha dei protagonisti fenomenali – Tom Cruise e Dustin Hoffman -, questo film per quanto celebre e rinomato, è spesso accusato di aver diffuso un’idea sbagliata di quello che è l’autismo.
Nella storia troviamo Charlie Babbitt, giovane squattrinato alle prese con il testamento del padre che ha lasciato come unico erede Raymond, il fratello autistico, che Charlie non sapeva di avere.
Deciso ad accaparrarsi i soldi, rapisce l’uomo dalla casa di cura dove dimorava, con l’obiettivo di diventare suo tutore e accedere così al conto.
Ha quindi inizio il loro viaggio che tra liti, dialoghi complessi e puntate vincenti – grazie alle abilità di Raymond – a Las Vegas, unirà i due fratelli sempre più.
Dopo la sua uscita nel 1988, in molti si sono trovati (e tuttora si trovano) a ridurre l’autismo a quanto rappresentato da Dustin Hoffman nel film: straordinarie capacità matematiche, delle fissazioni particolari e qualche difficoltà sociale.
Ovviamente tutto ciò può essere vero per alcuni, ma non sono comportamenti fissi e caratteristici di ogni persona con autismo. Nel dubbio è sempre bene ricordare che siamo tutti esseri umani ed ognuno di noi va rispettato nella sua personale singolarità.
Quindi se stringiamo nuove amicizie o ci parlano di qualcuno in particolare, evitiamo di chiedere calcoli strani per vincere al jackpot o di fare battute ironiche nominando Rain Man invano.
Meno stereotipi, più sensibilità.
Buon compleanno Mr Grape
Forse per i toni più drammatici o per la poca chiarezza esposta, questo film è purtroppo poco conosciuto, pur avendo due giovanissimi – e bellissimi – Johnny Depp e Leonardo di Caprio come protagonisti.
In una piccola città dell’Iowa, Gilbert Grave si fa carico della famiglia composta da due sorelle, una madre che non si è ripresa – rifugiandosi nel cibo – dal suicidio del marito sette anni prima, e Arnie, il fratellino minore autistico.
La derisione costante della cittadina verso la diversità della famiglia, le difficoltà quotidiane e il duro lavoro per far funzionare il tutto da parte del protagonista, si ripetono ciclicamente ogni giorno.
Finalmente però, un guasto inaspettato ad un camper porterà un volto nuovo in città, contribuendo a creare un po’ di pace nell’esistenza della famiglia, continuamente messa alla prova dalla vita.
Temple Grandin: Una donna straordinaria
In questa storia – vera – abbiamo modo di conoscere la vita di TempleGradin dalla sua infanzia, dove veniva identificata come una bambina problematica, poi diagnosticatole l’autismo, alla sua maturità, avvenuta attraverso il sostegno della madre e il duro lavoro che l’ha portata a sbocciare.
Amante degli animali, sensibile ai rumori, ma soprattutto mente creativa, ha saputo unire il suo modo di apprendere per immagini, insieme all’ingegno, costruendo la hug machine, la macchina degli abbracci.
Un dispositivo da lei creato per comprimere – non schiacciare – chi lo usa, simulando un abbraccio calmante, utile a ridurre gli attacchi di panico, soprattutto nelle persone che non riescono a tollerare – ma gradirebbero, non in senso sessuale – il contatto fisico.
Una protagonista che si scontra con i pregiudizi e i fraintendimenti, ma che riesce ad emergere restando e valorizzando se stessa, portando più consapevolezza nel mondo.
Tutto il mio folle amore
Tratto e tratteggiato con molta libertà dalla storia vera di Franco e Andrea, riportata da Fulvio Ervas nel bellissimo libro “Se ti abbraccio non avere paura”, anche qui troviamo il tema del viaggio come mezzo di conoscenza reciproca.
Vincent è un sedicenne autistico, che abita con la madre e il padre adottivo, con i quali vive una vita serena senza però aver mai conosciuto il padre biologico, Willy.
Una sera, reduce da un concerto e un festino a base di alcol, l’uomo giungerà a casa loro, conoscendo finalmente il figlio e restandone sorpreso.
Sconvolto dall’aver appreso la condizione del ragazzo e dopo aver litigato con Elena, la mamma di Vincent, Willy riparte per la sua tournée, ignaro che il giovane si è nascosto nella sua auto e dell’avventura che vivranno insieme.
Con un cast illustre (Diego Abatantuono, Claudio Santamaria e Valeria Golino), anche questo film, made in Italy, sa emozionare e scuotere dentro.
Pulce non c’è
Se nei film presentati finora si accentuavano – pur senza idealizzare – le note positive, o si propendeva per una visione più calda, in questo film tratto dal coinvolgente (e purtroppo autobiografico) romanzo di Gaya Rayneri, ci confrontiamo con una realtà più cruda e dolorosa.
La protagonista è Giovanna – alter ego della scrittrice – tredicenne che vive insieme alla sorellina Margherita, chiamata da tutti Pulce, autistica non verbale e i genitori.
Nonostante le attenzioni che la bambina richiede, soprattutto alla madre, la loro è una famiglia abbastanza felice ed equilibrata, con i propri ritmi, ma come molte altre. Un giorno però, la madre va a prendere Pulce a scuola e le dicono che non è lì, è stata portata via dagli assistenti sociali.
Il motivo del sequestro è attribuito al sospetto che il marito della donna abusi sessualmente delle bambine, fatto venuto alla luce durante un incontro tra Pulce e gli assistenti sociali, mediante l’uso della comunicazione facilitata.
Inizia così l’incubo che travolgerà la famiglia: tribunale, visite specialistiche, burocrazia e istituzioni.
Una storia vera, che per quanto dolorosa, merita di essere conosciuta e approfondita per essere consapevoli nella realtà in cui si è immersi.
I bambini, poi adulti, che insultano chi è diverso, feriscono ma sono ignoranti, e si può imparare ad affrontarli. Un sistema che presenta delle crepe al suo interno e taglia chi ne viene a contatto, può fare molti più danni ed è difficile da fronteggiare.
Sparks e Loop
Una menzione speciale la meritano questi due corti (Loop ancora non presente nel catalogo italiano) presentati su Disney+.
Anche nove minuti possono bastare per raccontare una storia, soprattutto se ci si tiene davvero a raccontarla e lo si può fare bene.
Non vi aggiungo altro, se non buona visione!
…e approfondimenti letterari finali
La disabilità è presente come tema in diversi film (Forrest Gump, Phoebe in Wonderland) o serie tv (Parenthood, Speechless), ma di prodotti che trattano l’autismo come tema centrale sebbene ne esistano molti, non sono abbastanza.
Spesso, come nei casi riportati, i veri protagonisti non sono coloro a cui è dedicato il tema centrale, ma chi gli è accanto.
Fratelli, sorelle e genitori pronti a smuovere e conquistare il mondo affinché esso realizzi quanto valgano i loro cari. Oppure familiari stravolti dalla loro quotidianità fatta di impotenza, rabbia e un mondo troppo spesso inospitale.
Molti film vengono criticati perché poco accurati, altri perché portano la rappresentazione sbagliata, romanzando troppo, altri ancora perché usano attori senza disabilità, impedendo ad altri di recitare ruoli che saprebbero interpretare facilmente.
Ogni opinione è legittima e proprio perché la realtà di ognuno è complessa e variegata, merita spazio e momenti di condivisione. Quello che invece nessuno si merita è di essere deriso, picchiato, escluso, reputato inferiore solo perché si percepisce e si vive in modo diverso.
Ben vengano nuovi film, nuovi approcci per affrontare l’argomento, ben venga la cultura e abbasso la cattiveria silente e latente.
L’autismo non si vede a occhio nudo, presenta dei comportamenti particolari, che però non sono fissi ed uguali per tutti. Da vicino nessuno è normale, ma siamo tutti degni, quindi impariamo ad avere pazienza e ad essere gentili con chiunque incontriamo.
Il due aprile è la giornata mondiale dedicata alla consapevolezza sull’autismo, ma basterebbe avere la consapevolezza che esistono realtà diverse dalla nostra, che bisogna sapersi mettere in ascolto, rispettare e aspettare i tempi reciproci, aiutare se ne abbiamo la possibilità.
Se imparassimo questo e lo trasmettessimo a nostra volta, non saremmo solo consapevoli il due aprile, ma tutto l’anno e vivremmo senz’altro meglio gli uni con gli altri.
Per chi volesse approfondire l’argomento o si volesse dedicare a letture interessanti ecco qualche consiglio:
- Mia sorella mi rompe le balle (Damiano e Margherita Tercon)
- Se ti abbraccio non avere paura (Fulvio Ervas)
- Pulce non c’è (Gaia Rayneri)
- Il mio bambino speciale (Kristine Bennet)
- Figli di nessuno (Torey Hayden)
- Un antropologo su Marte (Oliver Sacks)