Le tre donne stringono un sodalizio che avrà del rivoluzionario.
Profondamente commovente, ricco di umorismo, speranza e sentimenti, The Help è una storia universale e atemporale, che celebra il coraggio del tutto femminile del cambiamento.
Il film tocca un tema forte e appassionante ed è popolato da personaggi interessanti e coraggiosi, alla ricerca del loro ruolo nel mondo, e che alla fine trionfano, diventando gli eroi della vita quotidiana.
Ambientato negli anni ’60 a Jackson, nel Mississippi, The Help racconta del rapporto fra tre donne straordinarie, la cui amicizia è legata ad un manoscritto segreto che infrange le regole sociali e le mette in pericolo.
La protagonista inizia a redigere un libro denuncia delle condizioni di razzismo imperanti nella città del Missisipi.
Skeeter, la protagonista, si è appena laureata e non del tutto soddisfatta del primo impiego che ottiene presso un giornale locale in cui deve rispondere alla posta delle casalinghe, decide di raccontare la vita dei bianchi osservata dal punto di vista delle collaboratrici familiari ‘negre’ (come allora venivano dispregiativamente chiamate).
Un sodalizio rivoluzionario
Idea che le viene in quanto circondata da un razzismo tanto ipocrita quanto esibito; e consapevole del fatto che l’educazione dei piccoli, come lo è stata la sua, è in realtà nelle preziose mani delle domestiche di colore.
Inizialmente trova delle ovvie resistenze ma, in concomitanza con la campagna che una delle ladies lancia affinché nelle abitazioni dei bianchi ci sia un gabinetto riservato alle cameriere, qualche bocca inizia ad aprirsi.
Le due cameriere di colore che aiuteranno, con le loro testimonianze, a scrivere un libro in cui la giovane giornalista Skeeter.
Film luminoso, divertente e commovente.
The Help racconta appunto la vicenda di due cameriere di colore (interpretate da Octavia Spencer e Viola Davis) che aiuteranno, con le loro testimonianze, a scrivere un libro in cui la giovane giornalista Skeeter (Emma Stone) avrà il coraggio di denunciare i comportamenti razzisti e classisti dei suoi concittadini, fino ad allora perpetrati nel silenzio e con il benestare di tutti.
La prima a parlare è Aibileen seguita poi da Minny. Il libro di Skeeter comincia a prendere forma e, al contempo, a non essere più ‘suo’ quindi ma delle donne che le confidano le umiliazioni patite.
La forza delle donne coraggiose in “The Help”.
Si tratta di un film corale al femminile (gli uomini hanno ruoli del tutto secondari) ispirato al romanzo omonimo di Kathryn Stockett.
Le donne del cast sono semplicemente favolose: divertenti, coraggiose, lavoratrici, irriverenti così che ognuna di noi possa identificarsi in almeno una di loro.
Inoltre il punto di vista delle domestiche nere di quell’epoca ci mostra quanto siano isteriche, annoiate e represse le ricche donne bianche per le quali lavorano, emozionandoci e facendoci divertire allo stesso tempo.
L’Integrazione razziale: un problema che sfida il tempo
The Help ha il pregio di costituire un’efficace ossimoro. È tanto attuale quanto vecchio stampo.
La ricostruzione filologicamente correttissima di abiti, ambienti e comportamenti potrebbe rischiare di mangiargli l’anima traducendolo nell’ennesima rivisitazione degli anni Sessanta.
Ma proprio in quella che potrebbe essere la sua apparente debolezza sta la forza di un film che riproponendoci un passato apparentemente così lontano ci fa ‘sentire’ che la sottile, insidiosa linea rossa che separa l’integrazione razziale dal rifiuto non ha interrotto il suo percorso.
Mentre osserviamo le vicende dello “ieri” ci viene da chiederci se quei problemi siano stati risolti una volta per tutte e non solo negli States.
La risposta è purtroppo negativa.
Una sensazione di rabbia impotente promana dallo schermo quando si assiste a soprusi mascherati dal bon ton così come all’emarginazione di chi, dalla parte di chi ha la pelle meno scura, osa disturbare un quieto vivere che per conservarsi tale deve ignorare i diritti di persone dal cui lavoro dipende il proprio benessere.
Una piccola perla “The Help”.
Una piccola perla, questo film sul razzismo delicato, con personaggi stereotipati e a volte eccessivi nei modi e nel trucco-e-parrucco, ma frutto di una scelta ponderata, finalizzata a un’alternanza tra commedia e dramma che ha del sorprendente per come riesce a cambiare registro da un momento all’altro: il tono e l’atmosfera sono volutamente leggeri e assolutamente non patetici. La storia scivola via con semplicità, coinvolgendoci dal primo minuto e lasciandoci alla fine commossi ma con il sorriso sulla faccia.
Film che, infine, ha tra i vari pregi anche quello di ricordarci che la parola (detta e scritta) ha sempre avuto un valore di riscatto.
