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Cinema e Donne, tra Little Women e L’Amica Geniale

L’inizio del 2020 ha avuto due eventi chiave per quanto riguarda la riflessione sulla condizione e l’empowerment femminile da parte dell’industria culturale: l’uscita nelle sale di Piccole Donne, settimo adattamento cinematografico del celebre romanzo di Louisa May Alcott – avvenuta il 9 gennaio in Italia – e la messa in onda della seconda stagione de L’Amica Geniale, tratta dal secondo romanzo dell’omonima quadrilogia di Elena Ferrante, Storia del Nuovo Cognome.

elena e lila, le due "amiche geniali", in "storia del nuovo cognome"
Lila ed Elena, le due “amiche geniali” in “Storia del nuovo cognome”, la seconda serie tratta dalla popolare quadrilogia

Due produzioni di estremo successo, in termini di botteghino la prima, di share e riproduzioni in streaming la seconda.
Due adattamenti da romanzi che pongono entrambi l’accento sulla figura della donna, la sua condizione e la sua emancipazione tramite il mezzo filmico l’uno, in chiave seriale l’altro.

Ma cosa significa essere donna nella società contemporanea (ricordiamo che l’epoca “contemporanea” si fa convenzionalmente iniziare con l’avvento della Rivoluzione Industriale durante la seconda metà del 1700)?

le quattro piccole donne (meg, amy, jo e beth) sulla spiaggia
Da sinistra a destra: Meg (Emma Watson), Amy (Florence Pugh), Jo (Saoirse Ronan) e Beth (Eliza Scanlen) sulla spiaggia

Essere donne oggi significa doversi confrontare fin da bambine con una storia e delle tradizioni fatte di maschilismo e di soprusi.
Essere donne oggi significa esser consapevoli di dover fare meglio dei propri compagni e colleghi maschi, in quanto, sebbene la parità dei sessi nelle società occidentali sia formalmente riconosciuta, certe idee, abitudini e/o pregiudizi sono duri a morire.

Lo sa bene Jo March – o forse dovremmo dire Louisa May Alcott? – alla quale viene a lungo rifiutato il suo romanzo perché giudicato troppo “spregiudicato” nel descrivere la vita delle quattro sorelle e che alla fine le viene pubblicato, ma solo a patto di far sposare la sua protagonista.

Questo perché, come le dice l’editore in una scena del film: «un libro che ha per protagonista una donna si deve concludere con il matrimonio o con la morte della stessa».
Matrimonio o morte. Morte o matrimonio. Non sono contemplate terze possibilità.

jo march (saoirse ronan) parla con l'editore
Jo March (Saoirse Ronan) discute con l’editore del libro in una delle scene del film della Gerwig

Ma lo sa bene anche sua sorella Amy, alla quale vengono forse assegnate le parole più dure dell’intero film sulla condizione femminile di quel periodo (siamo negli Stati Uniti del 1868):

«In quanto donna non ho modo di guadagnare soldi, non abbastanza comunque per vivere e supportare la mia famiglia e, anche se avessi dei soldi miei, cosa che non è, apparterrebbero a mio marito nel minuto stesso in cui ci sposassimo. Se avessi dei bambini apparterrebbero a lui e non a me. Sarebbero una sua proprietà. Quindi non stare qui seduto a dirmi che il matrimonio non è un accordo economico, perché lo è. Può non esserlo per te, ma certamente lo è per me».

amy march e laurie in una delle scene del film
Amy March (Florence Pugh) dopo la sua sfuriata a Laurie (Timothée Chalamet)

Che dire invece delle più moderne Lila e Lenù, protagoniste de L’Amica Geniale?
Anche per loro la strada verso l’emancipazione da certi “valori” e costrizioni tipiche della loro condizione di donne e del loro ceto sociale, è lastricata e tutta in salita.

Lila, la più scapestrata e probabilmente la più “geniale” delle due, ha dei genitori che si oppongono al proseguimento della sua istruzione e non trova altro modo per farsi strada nella vita se non quello di sposarsi con il figlio di una delle due famiglie che si contendono il rione nel quale è cresciuta.

Lenù, invece, all’apparenza più fragile e mite dell’amica, anche lei di famiglia modesta ma più supportiva, troverà la forza di ribellarsi alle infime logiche del contesto sociale di appartenenza che la vorrebbero moglie sottomessa di un marito violento, intenta solo a lavar panni e sfornare figli, tramite le armi della perseveranza e dello studio.

lila e lenù a confronto
Lila e Lenù: due amiche, due donne e due caratteri forti a confronto

Per questo motivo vediamo più in lei che non in Lila quella forza progressista e, a tratti sovversiva, che in Piccole Donne è incarnata da Jo.
Sarà proprio il libro di Louisa May Alcott ad aprire le giovani e fertili menti delle due bambine nel corso della prima stagione, dove le troviamo più volte intente a leggere il romanzo nella piccola piazza assolata del rione.

L’omaggio a Little Women non è certo da considerarsi casuale.
Generazioni di ragazzine in tutto il mondo sono state ispirate dalle pagine della scrittrice statunitense e dalle sue Piccole (grandi) Donne, Elena Ferrante compresa.

lila e lenù bambine leggono "piccole donne"
Lila e Lenù bambine leggono “Piccole Donne” di Louisa May Alcott

A dimostrazione di ciò l’eterogenea e copiosa affluenza nelle sale in occasione dell’uscita dell’ultimo adattamento firmato Greta Gerwig, composta di nonne, mamme e nipoti (e anche da qualche uomo).

Jo e Lenù sono entrambe coraggiose, intelligenti, acculturate, “si sono fatte da sole”, hanno studiato, sofferto, si sono impegnate e vogliono veder riconosciuti questi loro sacrifici al pari di un uomo.

Un dialogo a distanza – circa cent’anni e più di ottomila chilometri – fra queste due eroine cinematografico-letterarie.
Entrambe scrivono un libro e sono con molta probabilità l’alter-ego delle loro autrici, ma la loro voce è quella di milioni di altre donne.

jo e lenù: due personaggi a confronto
Jo March ed Elena Greco: un dialogo a distanza in nome delle donne

Donne che scelgono di fare le mamme e le mogli a tempo pieno (come la dolce Meg, interpretata in quest’ultima versione da Emma Watson, o la forte Mary March, alias Laura Dern); donne in carriera come Jo e Lenù, che cercano di combinare insieme lavoro e famiglia o donne fieramente indipendenti come la ricca zia March (ruolo secondario ma cruciale nel film della Gerwig, magistralmente interpretato dalla camaleontica Meryl Streep), orgogliose della propria libertà.

Libertà, ecco la parola chiave: donne libere di essere come preferiscono, libere di essere ciò che vogliono.
Quella mancata libertà che tanto fa soffrire l’irascibile Lila, domata da forze e da aspettative che si rivelano, purtroppo, più potenti di lei.

Libere di essere Donne, in tutte le accezioni possibili.

tre generazioni a confronto: mamma march, zia march ed amy march



Roberta D'Addario
Roberta D'Addariohttps://msha.ke/everycurlanidea/
Professionista digitale e essere umano in divenire. Esploro il mondo in cerca di avventure, che siano in una metropoli caotica, in mezzo a un bosco o sullo schermo del mio pc. Amante della musica, del cinema e delle lunghe passeggiate. Rincorritrice di sogni e di autobus.

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