Dal fortunato libro omonimo dell’autore svizzero Joël Dicker, uscito nel 2012, nasce la serie tv La verità sul caso Harry Quebert.
Una miniserie del 2018 composta da dieci episodi in cui tutto l’universo creato dalla penna dello scrittore viene messo in scena, con i suoi segreti, i suoi intrighi e i suoi tormentati amori.
Amori, sì, perché il racconto è sicuramente drammatico e di forte impronta investigativa, ma non si risparmia neanche il romanticismo.
La Trama de La Verità sul caso Harry Quebert
La storia ruota, infatti, intorno all’amore proibito e legalmente illecito tra il quarantunenne Harry Quebert, professore universitario e rinomato scrittore, e la giovanissima Nola Kellergan di appena quindici anni.
La notizia del loro innamoramento emerge quando, a vent’anni dalla misteriosa scomparsa della ragazza, vengono ritrovati i resti del suo cadavere nel giardino della casa di Quebert nella cittadina nordamericana di Aurora.
Inutile dire che l’uomo diventa il primo sospettato alla riapertura del caso, condannato al carcere in attesa di ulteriori indagini.
Marcus, protagonista del romanzo e della serie tv omonima, giunge nella piccola cittadina di Aurora per scagionare il suo vecchio mentore e grande amico, iniziando a scrivere un libro – poiché scrittore a sua volta – sulla vicenda e intitolandolo, per l’appunto: La verità sul caso Harry Quebert.
Ma dove si trova questa verità?
Ci vogliono 760 pagine a Marcus per scoprirlo, perché in quella piccola cittadina ognuno sembra voler dare la sua verità, rivelandola tuttavia un pezzo alla volta e rendendo così il puzzle più complicato.
Tutti, in qualche modo, sembrano essere entrati in contatto con Nola Kellergan, ma nessuno pare avesse qualche motivo per ucciderla.
Eppure gli interrogativi sono molteplici. Com’è finita la storia tra lei e Harry? Chi è lo sfigurato che la pedinava e adorava? Cosa succede in casa Kellergan quando il padre della ragazzina alza il volume della radio al massimo? Che evento può aver spinto la famiglia di Nola a trasferirsi ad Aurora per dimenticare?
Una vicenda che si svolge su due linee temporali diverse, quella del 2008 e quella del 1975, anno in cui Harry e Nola si conobbero e innamorarono.
Harry Quebert: dal Romanzo alla Serie
Bisogna elogiare il regista francese Jean-Jacques Annaud per la sua trasposizione incredibilmente fedele alle pagine di Joël Dicker, che riprende dal romanzo situazioni e dialoghi alla lettera, non allontanandosi mai dal soggetto di partenza.
La fedeltà all’opera è tale che chi ha letto il libro potrebbe avere la sensazione di aver già visto le scene, anche guardando la serie per la prima volta.
Il tutto è arricchito dalla colonna sonora, che fa da cornice, e alle inquadrature dall’alto dei luoghi descritti dallo scrittore, che aiutano chi ne prende visione a capire bene distanze e prospettive.
Forse l’unica differenza sostanziale tra libro e trasposizione seriale la fa proprio la scrittura.
Dicker riesce a farti entrare nella testa dei suoi personaggi, tantissimi e tutti di una complessità a cui dover far fronte, spendendo lunghe e interessanti descrizioni sui soggetti.
Per le esigenze del piccolo schermo, al contrario, gli attori hanno poco tempo in scena per esprimere i propri stati d’animo e di certo non è possibile palesare in ogni momento ciò che un personaggio pensa, pena l’allungare la serie oltre le dieci puntate, rischiando così di far perdere ritmo a quello che è un thriller pieno di intrighi.
Uno sguardo al cast
L’uomo sulla locandina ha il volto noto di Patrick Dempsey, che interpreta proprio Harry Quebert, dando un’ottima performance attoriale.
La sua interpretazione riesce sia a far emozionare lo spettatore, sia a suscitare quel senso di sospetto per cui è intuibile che ci sia qualcosa che il professore stia nascondendo.
Al suo fianco, Marcus Goldman, alias Ben Schnetzer, classe ’90, che certo non può vantare un curriculum all’altezza di Dempsey – tra i suoi lavori più famosi si annovera Warcraft: L’inizio – ma che dimostra di aver compreso appieno il personaggio a lui assegnato, mettendo in mostra una prestazione di pari livello.
A prestargli la voce italiana è Flavio Aquilone, ormai pietra miliare del doppiaggio nostrano sebbene sia, a sua volta, un classe 1990 – voce di Draco Malfoy in Harry Potter, Hiccup in Dragon Trainer e moltissimi altri il cui elenco supererebbe la Divina Commedia per lunghezza – .
Per finire…
La serie – e il libro di conseguenza – sono decisamente consigliati.
Un thriller di grande pathos che vi travolgerà con i suoi misteri e false piste, unite alle storie personali dei personaggi che troverete interessanti e capaci di portare una ventata di novità rispetto al classico “già visto”.
Complimenti, dunque, ad Arnaud, e complimenti soprattutto a Joël Dicker e una buona visione a tutti voi!