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Green Book: Storia di un’Amicizia da Oscar

Il 17 Marzo 2021 è andato in onda in prima visione su Rai 1, Green Book, film che ha trionfato agli Oscar del 2019 e che vi consigliamo assolutamente di recuperare (o di rivedere) prima degli Academy Awards di quest’anno.

La pellicola diretta da Peter Farrelly, solitamente regista di commedie sgangherate, è la storia della straordinaria amicizia tra Don Shirley, pianista afroamericano di fama mondiale, e Tony ‘LipVallelonga, attore dei Soprano, ma, all’epoca dei fatti, semplice buttafuori del Bronx, negli anni ’60 del 900.

viggo mortensen e mahershala ali in green book

Il film, in particolare, si concentra sulla tournée del primo nel Sud degli Stati Uniti, al quale Tony fa da autista e bodyguard per alcuni mesi, per sopperire alla chiusura temporanea del nightclub dove lavora.

Il rapporto tra i due, però, sebbene di natura professionale, va ben presto al di là di questo, nonostante le, solo apparentemente, inconciliabili differenze che sembrano dividerli.

Due attori da Oscar

Greenbook trae la sua forza, oltre che dall’emozionante storia vera, dall’interpretazione dei due attori protagonisti: Viggo Mortensen e Mahershala Ali.

Quest’ultimo, per altro, vincitore del Premio Oscar come Miglior Attore Non Protagonista, anche se, a nostro avviso, entrambi i personaggi possano essere considerati protagonisti a tutti gli effetti.

La chimica tra i due attori è palpabile e il loro è soprattutto un gioco di gesti e di sguardi, prima che di parole.

Il cafone Lip, che gesticola molto e mangia moltissimo (Mortensen è dovuto ingrassare ben 20 kg per entrare nei consistenti panni del vivace italoamericano) contro il misurato e, a tratti, un po’ snob Shirley, il quale non gli risparmia occhiate di rimprovero, alternate ad altre di vero e proprio disgusto, contribuendo a rendere i loro dialoghi genuinamente spassosi.

tony 'lip' e don shirley in macchina

Ma sono le piccole attenzioni che i due uomini si riservano l’un l’altro, man mano che la loro amicizia cresce, a rendere entrambe le interpretazioni degne di nota: il cercare del musicista lo sguardo dell’amico al termine delle esibizioni, come pure gli occhi di Tony che lo osservano fieri da sotto il palco, con un misto di affetto e di ammirazione.

Don Shirley, in particolare, ci viene presentato come un personaggio intimamente tormentato, che usa la sua buona dizione ed i vestiti eleganti quali scudi contro il mondo esterno.

Il suo essere un uomo di colore di successo, in un periodo in cui la segregazione è ancora molto forte (specie nel sud degli Stati Uniti) gli crea non pochi problemi, persino negli ambienti acculturati e agiati, che è solito frequentare.

Allo stesso modo, la sua ricchezza ed ottima istruzione lo rendono un alieno anche agli occhi degli altri afroamericani, le cui condizioni socioculturali sono ben differenti.

mahershala ali nei panni di don shirley

Il profondo disagio dell’uomo dietro il musicista classico dall’apparenza ricercata ed elegante viene reso in maniera ottima da un posato, ma sofferente Mahershala Ali, la cui interpretazione non è, comunque, esente da momenti di ilarità.

Il Green Book: la guida per i viaggiatori afroamericani

Green Book è un film che rifugge rigide classificazioni: in parte commedia, in parte dramma, in parte biopic, in parte affresco storico, è principalmente un buddy movie, ma soprattutto un road-movie, dato che il suo sviluppo avviene durante il viaggio di Shirley e Lip attraverso gli Stati Uniti.

I due protagonisti, a bordo di una splendida Cadillac color verde bottiglia, in grado quasi di rubar loro la scena, seguono le indicazioni contenute su di una particolare guida turistica: il Negro Motorist Greenbook, cui il titolo del film fa riferimento.

il green book originale

Si tratta di una guida pubblicata per la prima volta nel 1936 da Victor Hugo Green e aggiornata annualmente fino al 1966, che indicava i luoghi nei quali automobilisti e motociclisti afroamericani potevano essere accolti mentre viaggiavano per il paese.

Un documento che rappresenta una pagina drammatica della storia americana, fatta di soprusi e di violenze che, tristemente, perdurano ancora oggi, ma anche il segno di una parziale apertura, dato il progressivo emergere di una classe media afroamericana, che poteva permettersi l’acquisto di un’automobile e di viaggiare, non solo per esigenze lavorative.

Nella Green Book erano, infatti, inclusi, oltre a stazioni di servizio, hotel, motel e ristoranti, anche negozi, saloni di bellezza e locali notturni.

tony e don insieme in un locale per neri

Green Book: la vicenda che ha ispirato il film

Come già detto in precedenza, quella narrata in Green Book è una storia vera, scritta niente di meno che dal figlio di Lip: l’attore e sceneggiatore Nick Vallelonga, autore della sceneggiatura premio Oscar insieme al regista Peter Farrelly e a Brian Hayes Currie.

Vallelonga junior compare anche in un breve cameo nel film, nei panni di un boss mafioso cha fa una proposta di lavoro a Viggo/Tony.

Ma chi era suo padre, Tony ‘Lip’ Vallelonga?
L’uomo lavorò per lungo tempo nel nightclub Copacabana di New York, dove entrò in contatto con artisti dell’epoca (Sinatra, Bennett) e anche con malavitosi, che in seguito caratterizzarono la sua carriera di attore, dai ruoli in Quei Bravi Ragazzi e Donnie Brasco fino a I Soprano.

tony lip e la moglie
Tony ‘Lip’ Vallelonga e la moglie in una foto d’epoca

Tra il 1962 e il 1963, Tony fece da autista al pianista Don Shirley, durante il tour di quest’ultimo con il suo trio.

Shirley, dal canto suo, era un prodigio della musica, avendo inziato a studiare pianoforte all’età di soli due anni ed essendo stato ammesso al conservatorio di Leningrado a nove.

Nel corso della sua carriera, il pianista si esibì in America e in Europa, scrivendo sinfonie per la New York Philharmonic e la Philadelphia Orchestra.
Ma, come Ali ripete più volte nel film, non amava essere definito musicista jazz.

don shirley
Don Shirley negli anni ’60

Sebbene la famiglia di Shirley sostenga che tra i due uomini ci fosse solo un rapporto di tipo professionale, in una registrazione, resa disponibile online, lo stesso musicista, in tarda età, ha rivelato:

«Vedi, Tony non era solo il mio autista, non abbiamo mai avuto un rapporto datore di lavoratore-dipendente. Non hai tempo per queste sciocchezze. La mia vita era nelle sue mani, mi capisci? In situazioni così ci vuole un rapporto amichevole. Gli ho anche insegnato l’inglese».

In effetti, la sua vita era veramente nelle mani di Tony, avendo attraversato insieme il Sud razzista ad inizio anni ’60.

Diversi amici ed allievi del pianista hanno, per altro, riconosciuto nel personaggio portato sullo schermo da Mahershala Ali la compostezza e la dignità dell'”autentico” Dr. Shirley.

D’altronde lo sceneggiatore conosceva bene entrambi gli uomini.

tony lip e don shirley
Tony ‘Lip’ Vallelonga e Don Shirley

Lo stesso Tony Vallelonga interpretato da Viggo Mortensen ci sembra riduttistico considerarlo il “classico” italiano mangione e caciarone caro ad una parte di cinematografia, essendo un personaggio sfaccettato: ignorante, ma di ampie vedute, scaltro, ma con una propria moralità.

La banalità del pregiudizio

Se non sono abbastanza nero, né abbastanza bianco, né abbastanza uomo, allora che cosa sono?

Don Shirley a Tony ‘Lip’ in una scena del film

Un bianco eteronormativo in difficoltà economiche e parzialmente alfabetizzato che fa da autista ad un omosessuale nero colto e benestante doveva essere qualcosa di profondamente disturbante per il razzista medio dei primi anni ’60 (e forse anche per quello di oggi).

E in questo sta la potenza del viaggio intrapreso da Don e Tony, a seguito della coraggiosa – e politica – scelta del primo di fare una tournée nel profondo Sud degli Stati Uniti.

“Vinci quando mantieni alta la tua dignitàdice Shirley a più riprese nel film ed è proprio quella dignità che lui idealmente vorrebbe restituire agli afroamericani attraverso il suo esempio, a discapito del pregiudizio che li circonda.

viggo mortene e mahershala ali in scena

Diversi, ma egualmente feroci pregiudizi circondano la comunità italoamericana, di cui Lip è rappresentante.

Oltre ad una chiara opposizione ad omofobia e razzismo, questo film può essere considerato anche un netto e deciso rifiuto alle etichette che spesso ci imprigionano.

Esplicativo a tal proposito, il discorso di Shirley sul fatto di non voler essere considerato un musicista jazz.

“Green Book è una storia del passato ancora molto attuale ha detto Viggo Mortensen sul palco della Festa del Cinema di Roma non dice al pubblico cosa pensare, non è un’imposizione, ma un invito a riflettere sulla banalità dei pregiudizi e delle prime impressioni.

Roberta D'Addario
Roberta D'Addariohttps://msha.ke/everycurlanidea/
Professionista digitale e essere umano in divenire. Esploro il mondo in cerca di avventure, che siano in una metropoli caotica, in mezzo a un bosco o sullo schermo del mio pc. Amante della musica, del cinema e delle lunghe passeggiate. Rincorritrice di sogni e di autobus.

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